Adda passà a nuttata! Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso….
La Buona Novella
Introduzione al Vangelo della Domenica
II DOMENICA DOPO NATALE
Gv 1,1-18
Adda passà a nuttata!
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose
e la notte era a metà del suo rapido corso …
Con le parole del libro della Sapienza al capitolo diciottesimo si introduce la Liturgia di questa seconda tappa domenicale nel tempo di luce del Natale di Cristo: voce leggiadra e contemplativa di chi entra nel mistero profondo della vita, sussurro tenerissimo di chi pensa alla nostra esistenza nascosta nel grembo della nostra madre, prima di essere partoriti. Ma altrettanto vero che il testo sapienziale rimanda alla notte delle origini del cielo e della terra. La vita, diceva San Giovanni Paolo II, è “dono e mistero”. Perciò va custodita nel silenzio del cuore, come faceva Maria. La storia intera è avvolta dal profondo silenzio di Dio. Silenzio e Parola. Luce e tenebre. Notte e giorno. Tutto qui, il dono di grazia ineffabile e incommensurabile della vita. E nel mentre la notte volge alla sua trasfigurazione in alba nuova.
Che si ridesti anche in noi la luce del giorno nuovo, il giorno del Natale di Gesù, Verbo fattosi uomo. Un proverbio napoletano ci ricorda, in maniera popolare ma carico di densa saggezza, la notte “è destinata a passare”. Le notti della vita passano, anche se sembrano lunghe, lente, infinite, interminabili. Dopo il nostro ultimo gemito, dopo l’ultima lacrima, quasi per sfinimento il corpo si adagia in un sonno profondo, ma che di lì a poco entrerà nei bagliori del mattino. Il mattino del Natale, giorno di speranza, giorno della vita nuova, giorno dell’Incarnazione, giorno della discesa di Dio fino a noi.
Nel Vangelo secondo Giovanni, come Inno solenne e Cantico di Luce il Prologo si staglia nella liturgia eucaristica come faro ardente di mistero teologico e dono gratuito di felicità e gioia: il Dio immenso si fa’ uomo palpabile, il Verbo eterno è uomo come noi in mezzo a noi, il Logos si fa pane, cibo, compagno di viaggio.
Fratelli, sorelle!
Nella notte della nostra anima siamo ancora capaci di cercare la Luce?
C’è sete di Dio nella nostra insonnia spirituale?
Coraggio, abbandoniamo le oscurità per andare incontro a Gesù, nostra unica speranza.
Si aprano i nostri sensi alla Parola.
Si aprano le parole al Senso totale di ogni cosa, il Verbo incarnato.
Si sollevino i nostri occhi verso l’Alto … lì da cui …
… la tua parola onnipotente, o Signore,
è scesa dai cieli, dal tuo trono regale. (Sap 18,14-15)
Buona Domenica!
don Domenico Savio