Nuovamente fuori falla comfort zone
Cercherò di mettere per iscritto questo mix di sensazioni e sentimenti difficili per me da spiegare. In questi giorni di dicembre così piovosi, mi sto ritagliando qualche minuto della frenesia giornaliera per osservare il Tevere e la sua portata d’acqua in crescita vertiginosa…..e questa mattina decido, appunto, di arrivare al lavoro passando per il centro così che, quando poi passo sul Ponte Vittorio Emanuele II, posso affacciarmi un minuto.
Attraversando però Piazza Venezia noto subito la novità di “Spelacchio” (soprannome ormai è ufficiale dell’albero di Natale del Comune di Roma) tutto illuminato. Avevo sentito alla radio che giorni fa (l’ 8 dicembre) la Sindaca Raggi lo avrebbe inaugurato.La voglia di fermarmi per una foto era tanta, ma, stranamente, ho resistito e questo mi ha fatto riflettere.
In effetti è da qualche tempo che, nonostante la pioggia ,mi reco con la mia compagna in centro a passeggiare tra i monumenti della mia adorata città. Alcuni aneddoti glieli racconto, altri rimangono miei. Faccio delle foto che, anche se venute male, stranamente non cancello, ma anche mi fermo a contemplarli,a sentire la loro magnificenza e la loro maestà dal vivo, quasi sulla pelle; manca poco che la loro storia ed importanza diventino “contatto”.
Naturalmente, per deformazione professionale, mi immagino camminare sulla Cupola del Pantheon o penso a come raggiungere il vertice dei campanili di Sant’Agnese in Agone o ricordo la sensazione di stare nella fontana di Trevi senza acqua quando ebbi l’opportunità di lavorarci. Presto la vita mi porterà per un lungo periodo fuori da Roma fuori dall’Italia.
NUOVAMENTE FUORI DALLA COMFORT ZONE!!
Nuovamente mi rimetto in gioco in questo mondo, in questo particolare momento di pandemia, per amore, per me stesso, per un futuro migliore. Dovrò tirare fuori gli attributi, il carattere che in genere in comfort zone sono sornioni e arrugginiti dalla routine.
….. non è facile! Potete immaginare!
Oggi ho scoperto che inconsciamente soffrirò anche per l’allontanamento dalla mia Roma. Amo la mia città e “separarsi” è difficile anche quando lo si fa da chi non si ama più. Figuriamoci quando si ama!Tocco con mano ciò che provano I migranti che si allontanano dalla loro patria e, cavolo , vorrei trasmettere almeno il 10% di questo turbine di sentimenti a tutti coloro amici, familiari e colleghi che dalla loro comoda poltrona polemizzano su tutto ciò che è polemizzabile e dimenticano o non tengono conto di quanto hanno effettivamente e facilmente a portata di mano.
Ma io per fortuna non sono così quindi…sorrido, rifiuto l’offerta e vado avanti.
Emanuele Roncaccia