Voce … in-audita! (commento al Vangelo della Domenica e foglietto della Messa)
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica II DOMENICA DI AVVENTO – Mc 1,1-8
Voce … in-audita!
Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli
e farà udire la sua voce maestosa …
Con le parole di Isaia si introduce la Liturgia Domenicale di questa seconda tappa domenicale nel cammino liturgico dell’Avvento: voce robusta e sicura di condottiero che salva una nazione col suo forte esercito (come nei film colossal visti da piccoli), grinta da liberatore latinoamericano e faccia eroica e cuore generoso di partigiano. Nonostante gli accostamenti romantici e politicizzati che suonano come eccessiva esagerazione … questa è la modalità con cui Isaia presenta il Messia: una Salvatore vero e proprio.
Che il Profeta risvegli in noi la ascolto di questa Parola liberatrice.
“Udire la voce maestosa”, frase di grande carica letteraria che mi fa pensare alle scene apocalittiche di Daniele o del libro stesso di Giovanni, l’Apocalisse appunto, va a scontrarsi oggi invece con un uomo rude e schietto, sincero e pulito di animo, duro come la roccia e tenero come fanciullo buono … Giovanni il Battista. Egli è voce che introduce la Parola. Esempio di decentramento evangelico, pastorale e relazionale. Non occupa il centro della scena. Non attirerà audience su di sé. Anzi, è felice di essere voce nel deserto, quasi a neutralizzare in anticipo ogni mondanità spirituale.
Nei Vangeli Gesù stesso dirà che tra i nati di donna nessuno è paragonabile a questo piccolo grande uomo. Mutuando una espressione di Angelo Branduardi, applicata al Poverello di Assisi, possiamo dire del Battista che è “infinitamente grande perché si fece infintamente piccolo”.
Amici, fratelli, sorelle!
Nel deserto del nostro cuore occupato da molte cose, c’è un’oasi per la Parola, l’unica che conta davvero, quella dell’amore?
Coraggio, abbandoniamo le inutilità che prendono spazio nella nostra vita.
Lasciamoci scrollare di dosso le vanità, i vizi, i peccati che “sotto sotto ci allettano”, e non dobbiamo nascondercelo, altrimenti non ne usciamo.
Solo se le parole scomode ci danno un sano scapaccione, fiorirà la nostra parte arida.
Solo se tacciamo finalmente, sboccerà la Parola, eterna e viva.
Solo umiliati nell’intimo vinceremo l’orgoglio.
E sarà una nuova vita. Dio ci sorgerà dentro come luce nello spirito e ci dirà:
Le mie parole rimangano in voi, custoditele …
… nella letizia del vostro cuore. (Cfr. Is 30,19.30)
Buona Domenica!
don Domenico Savio