Abbandona Barbablu e corri libera
Tutte le creature devono sapere che esistono i Barbablu’. Il Barbablu’ spesso si presenta sotto false vesti, ha le sembianze di uomo galante e premuroso. Esattamente come nella favola, Barbablu’ si avvicina quando sente che la donna è preda, la chiede in moglie e in un momento di giovanile esuberanza, che spesso è un miscuglio di follia, piacere, felicità e richiamo sessuale, la giovane preda accetta.Così la donna viene catturata dal suo predatore esterno, specchio del suo predatore interno ancora tenuto ben nascosto.
Ciò che mi ha sempre incuriosito di questa favola è che, la giovane donna, inizialmente prova paura per quell’uomo dalla barba così blu, tuttavia, crede di essersi sbagliata: è stato sufficiente un piccolo piacere nei boschi per indurla ad annullare il suo intuito. Semplicemente la donna entra in un gioco troppo grande per lei, ancora ingenua e illusa. Un gioco delle parti, inizialmente molto accattivante ma dove, ad un certo punto, tutto sfugge e le regole non sono più condivise né rispettate. Un gioco molto pericoloso, dove perdono tutti.
Non è una questione di età né di intelligenza, la donna soccombe quando ancora non ha fatto i conti con quel predatore che bussa dentro di lei, la donna soccombe quando ancora crede che l’uomo sia forte quando la possiede,quando pensa che con lui sarà al riparo da ogni sofferenza,quando pensa che annullarsi totalmente voglia dire amare incondizionatamente.
Soccombe la donna quando ancora non ha scoperto che l’amore per l’altro passa, necessariamente, prima, dall’amore di sé e per sé. E a poco servono le voci delle sorelle sagge che la spingono a vedere il male in Barbablu’, è troppo forte il desiderio di rincorrere un sogno, un desiderio che offusca la realtà.
Spesso il nostro punto di vista femminile è ingenuo, alcune di noi hanno incontrato Barbablu’ più pericolosi altre meno. A volte, ancora, succede che qualcosa di non puro attiri la nostra attenzione, ma diventare donne sagge vuol dire distinguere la luce da un abbaglio .Qui stà l’insegnamento della favola di Barbablù: quanto prima aprirai quella porta degli orrori, quanto prima capirai che nessuno può salvarti da relazioni malate di dipendenza, se non te stessa, chiedendo aiuto, andandotene e rinascendo.
L’atto più alto di una donna è sempre quello di dare l’esempio, di solcare con forza gentile nuove strade che seguiranno altre donne, portando sul viso i segni della libertà della dignità e del rispetto.
Non è una guerra con il maschile, tutt’altro, tutto è volto al più perfetto matrimonio tra un maschile e un femminile che si lasciano lo spazio per respirare, per crescere a vicenda, creando una danza armoniosa di errori e gioie reciproche.
Abbandona Barbablu’ e corri libera, c’è altro per te. Riappropriati quanto prima del tuo ruolo di donna che crea, del tuo femminile che guida, accogli ma non ciò che ti uccide e trasforma ogni esperienza in libertà. Hai il diritto di essere liberamente te stessa, sempre.
Questa mia riflessione oggi, nella giornata simbolo contro la violenza alle donne. Osserva bene con ogni tua parte, fai parlare il cuore, la pelle, la tua mente, ma soprattutto il tuo sentire profondo. Il tuo istinto deve sentirsi a casa fin dal primo momento, come quando selvaggia, sola, corri a piedi nudi.Quella è la libertà che devi sempre sentire. Sempre.
E proprio oggi chiediamoci:quando è stata l’ultima volta che ho corso libera?
Michela Vitali
Lettura consigliata a donne e uomini: “Donne che corrono coi lupi” Clarissa Pinkola Estés