Ci impegniamo! Perché ci muove un sogno! (Don Primo Mazzolari) – commento al Vangelo
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Mt 25,14-30
Ci impegniamo! Perché ci muove un sogno! (Don Primo Mazzolari)
O Padre, che affidi alle mani dell’uomo
tutti i beni della creazione e della grazia,
fa’ che la nostra buona volontà
moltiplichi i frutti della tua provvidenza …
Impegno costante e fedele, lavoro continuo senza interruzione, oggi e non domani, adesso e non dopo. Sono gli atteggiamenti del discepolo maturo, radicato in Gesù, afferrato da Cristo e totalmente preso dall’amore. Sì perché chi ama “non si stanca mai, oppure ama la stanchezza” (S. Agostino). Così si sono comportati coloro che hanno risposto con cuore indiviso e felice alla vocazione. Come i primi due “banchieri della parabola”. Ritorna il denaro solo come metafora di un tesoro “depositato nel vaso di creta della nostra umanità fragile”. (Cf. 2Cor 4,7)
Il terzo affidatario del padrone invece, non accettando la sua fragilità umana e preso dall’ansia da prestazione nei confronti di un padrone esigente e forte di carattere, “butta la sua vita nella indolenza, cade nel peccato di accidia, sotterra il dono che gli è stato consegnato”.
La parabola ecclesiologica – si parla del cammino della Chiesa verso il Regno eterno, simboleggiato dalla riscossione di un dono messo nella banca della volontà del Signore, che fa crescere la nostra vita e ci fa “arricchire davanti a Dio” – ci pone dinanzi al discernimento con noi stessi di fronte al peccato di omissione. Aborto esistenziale. Annullamento di progetti di vita. Scarto ed autolesionismo della vita spirituale. Senza commenti ulteriori alle parabole che “si comprendono alla sola lettura” entriamo nella scena per domandarci:
Come sto usando il dono grande che c’è in me?
Oltre alla routine e al “terribile quotidiano” (San Paolo VI) mi spendo nel progetto che Dio mi ha affidato?
Mi fido di Dio; di me anche mi fido? O mi reputo una ciabatta inutile?
Mi voglio bene o vivo senza far nulla di creativo, in continua agitazione e anticipando la morte?
Aiutaci Signore, anche oggi, a risvegliare in noi dei sanissimi scrupoli che ci diano una pedata nel fondoschiena per rimetterci in piedi, dedicandoci con amore, passione ed energia al compito che ci hai affidato: semplicemente VIVERE, E VIVERE BENE! E …
… rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo giorno,
nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli,
e così entrare nella gioia del tuo regno.
Buona Domenica!
don Domenico Savio