“Pensieri parecchio seri davanti al fuoco”
“Quando mi abbandono davanti al fuoco, penso.Oggi è stata una giornata impegnativa, gratificante, densa e potentemente bella.C’era un buon ritmo fra osservazione, ascolto e parola, nello stare insieme.
La parola, lenta e semplice, arrivava come un soffio, a volte una lama, altrimenti, solo silenzio e respiro.
In questo periodo accolgo corpi chiusi, appesantiti, pensieri che si aggrappano alla speranza, fuggendo la paura.E mi accorgo di come l’unico lavoro da fare stia qui, tornare a quella paura con morbidezza e con il sorriso.
La paura risvegliata da questo periodo ci ricorda solo una cosa: che siamo mortali. Facciamo di tutto per sfuggire, sperando nel vivere infinito,ma così non è, è una campana che ci riporta alla realtà dell’essere umano.
Tante circostanze da osservare in questo tempo,un virus che toglie il respiro, il primo e l’ultimo atto che facciamo, quel respiro che con gli anni “disimpariamo”,prende l’olfatto, il nostro istinto, il nostro senso più antico e che il tempo ha sbiadito,porta stanchezza a questo corpo da sempre al nostro servizio, che raramente ringraziamo e che curiamo per occultarne i difetti,un virus che immobilizza, noi che se ci fermiamo, abbiamo fallito,e poi ci isola, noi che fuggiamo la solitudine perché ci fa vedere chi siamo.
Curioso questo virus che arriva a gamba tesa senza preavviso, noi abituati a programmare tutto, anche i figli.
Allora in questo non spazio e non tempo, ritorniamo: riprendiamo a respirare, ad annusare, a non esorcizzare le paure ma a starci in compagnia, impariamo a riposare, a stare soli, a non fuggire, a perdere il controllo per poi tornare a nuovo equilibrio.
Restati accanto ora, perché non potrai fuggire da te e non perdere tempo a farlo. Ciò da cui scappi ritorna, è la legge dell’energia: bussa alla tua porta, bussa sempre più forte, fino a quando non l’accogli. Non perdere tempo nell’astio, nel voler vincere, nella lamentela o nel possesso. Impiega meglio il tuo tempo cercando la pazienza e il sorriso.Impara a stare con ciò che c’è e non con ciò che non c’è più.
Chiudi i cerchi, chiarisci con chi ti ha fatto del male, chiedi scusa a chi hai ferito, lascia andare chi non ti vuol bene, ama, rifletti molto e poi sorridi sulle tue fragilità, sempre senza prenderti troppo sul serio. La realtà è, a suo modo, potentemente terapeutica, anche nella difficoltà.Tutto questo non esclude la tua lotta, ma la subordina a una visione lucida della realtà.Non accanirti contro le circostanze della vita….Fatica inutile, tanto vale fluire.E poi, ridi.”
Michela Vitali