Gianbusto, quante ore della tua vita hai passato in ginocchio?
Qualche anno fa, in uno dei nostri ultimi incontri, dopo l’ennesima malattia che ti aveva colpito e portato lì lì per morire mi dicesti: “I dottori mi hanno trovato a posto solo la schiena e sai perchè? Perchè passo tante ore in ginocchio ma non appoggiandomi con le mani ma con la schiena bella dritta e rispettosa verso nostro Signore…e questo fa bene allo spirito e anche al corpo”.
Quante ore hai pregato nella tua vita in ginocchio non lo so. Quante ore hai dedicato a trascrivere i discorsi del tuo amico don Zeno, che hai appena raggiunto e a tramutarli in poesie, versi che nascevano dai tuoi studi e dall’osservazione del creato che ti circondava.
Quante specie di minerali hai raccolto e catalogato per le stradine di Nomadelfia?
Conservo gelosamente qualche tuo scritto, con l’apposita dedica ma soprattutto il ricordo di quel sorriso, di quello sguardo sempre allegro di quella battuta sempre pronta come la strofa di una poesia capace di entrarti nel cuore e rimanerci per sempre.
A Dio Gianbusto, e grazie per le tante preghiere che mi hai indirizzato.
Grazie Giorgio…sono sicura che il caro babbo continuerà a pregare per te, per noi, per Nomadelfia e per tutta l’umanità come ha sempre fatto anche dal cielo. Un saluto fraternissimo!