Vigilanza, custodia e perseveranza (commento al vangelo della domenica)
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Mt 25,1-13
Vigilanza, custodia e perseveranza
O Dio, la tua sapienza
va in cerca di quanti ne ascoltano la voce,
rendici degni di partecipare al tuo banchetto
e fa’ che alimentiamo l’olio delle nostre lampade,
perché non si estinguano nell’attesa …
Olio di scorta. Quanto necessario in una buona cucina di famiglia, o di un ristoratore. Ma, perché no, quanto occorre anche tra le mensole di un officina per le auto in riparazione. E dato che l’olio è anche essenza vitale per i cosmetici è necessario l’olio di scorta, magari di mandorle o di noci o di argan, anche in una bella erboristeria. Oppure la stessa cosa vale per il monaco addetto alla liturgia, che deve avere nei suoi mobili le scorte di olio per la lampada al Santissimo e per i ceri dell’altare. Ora, indipendentemente dall’uso e dai vari tipi di olii, la parabola di oggi narrata da Gesù punta a risvegliare in noi la “vigilanza”, la “custodia” e la “perseveranza”.
Tre atteggiamenti che occorrono quando la meta è chiara, quando nella nostra esistenza siamo occupati totalmente da un progetto accolto, interiorizzato e abbracciato, una professione, una vocazione, un sogno, un semplice percorso di vita.
La parabola ecclesiologica – si parla del cammino peregrinante della Chiesa verso il Regno eterno, simboleggiato dalla festa nuziale (la Chiesa è la stessa sposa di Cristo Sposo) – ci pone dinanzi al discernimento con noi stessi di fronte alle due tipologie di vergini che devono introdurre lo Sposo nella sala del banchetto. Senza commenti ulteriori alle parabole che “si comprendono alla sola lettura” entriamo nella scena per domandarci:
Come porto la lampada del mio cuore? Da cosa è abitato?
Oltre a ciò che mi riempie, faccio scorte e provviste di quanto mi serve per vigilare su di me, per custodirmi dalle tentazioni e per perseverare nel cammino?
Dedico tempo alla parola di Dio, olio per la lampada della fede?
Mi voglio bene o vivacchio fino ad assopirmi dentro, come le stolte ancelle?
Vivo o sopravvivo?
Cammino o mi trascino?
Sono il capitano della mia esistenza o uno schiavo inerme?
Sono pronto alla festa o vivo in un lutto decadente?
Aiutaci Signore, non solo a rispondere con verità e coraggio a queste domande che interpellano la coscienza e dacci la tua forza per non venire meno nella stupenda ed entusiasmante avventura della vita, affinché …
quando tu verrai
siamo pronti a correrti incontro,
per entrare con te alla festa nuziale.
Buona Domenica!
don Domenico Savio