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Il Vangelo che ci insegna la libertà dei figli di Dio (da oggi in allegato anche il foglietto della Messa)

  • LA BUONA NOVELLA – Introduzione al Vangelo della XXVI Domenica del tempo Ordinario – 27 settembre 2020 – Dal Vangelo secondo Matteo 21,28-32

Due figli. Stesso DNA del loro padre, ma con caratteristiche molto diverse tra loro. Non perché il Vangelo odierno sia un trattato di pedagogia sul rapporto generazionale tra genitori e figli o un manuale di psicologia dello sviluppo della personalità, ma si tratta di una parabola che continua ad annunciare la nostra vita nuova innestata in Dio Padre misericordioso e buono, che chiama tutti a sé, giusti e peccatori, farisei e pubblicani, scribi e prostitute. Dio non fa’ preferenza di persona ma a tutti offre la missione nel campo del mondo.

La scena raccontata dal Maestro infatti è contestualizzata nell’ambiente familiare e domestico. Un papà manda entrambi i figli al lavoro in campagna e il cuore della pericope di oggi è sull’atteggiamento del cuore dei due fratelli. Il primo è schietto nell’opporre il rifiuto all’offerta di lavoro. È libero da ogni condizionamento. Libero di esprimere quello che sente e che pensa. Ma è altrettanto vero che è così libero e sincero con se stesso, al punto da ritornare in sé e avviare un dialogo con la propria coscienza.

Questo è il pentimento: l’esercizio dell’anima di entrare nella stanza profonda dei pensieri e dei sentimenti dove abita la presenza di Dio che parla a noi nel nostro intimo, nel profondo della coscienza. Un uomo così vive a pieno l’esistenza. A differenza del figlio ossequiente ma disobbediente.

Il secondo figlio è l’archetipo del pio osservante israelita che ha un cuore duro. Magari è il modello perfetto dell’esecutore di norme e precetti, ma in lui non c’è spazio per le relazioni, né tantomeno c’è trasparenza di dire al padre cosa veramente abita nel suo cuore.

Gesù mette in guardia dalla fede artefatta e ipocrita dei farisei, anteponendo loro pubblicani e prostitute che invece, credendo, hanno ricevuto salvezza e vita in abbondanza.

Impariamo la libertà.
La libertà dei figli.

Figli amati e capaci di reagire a Dio, anche con una sfacciataggine confidenziale, ma senza barare, senza maschere inutili e dannose.

Ubi Spiritus ibi libertas!
Dove è presente lo Spirito (del Signore) lì vi è libertà!

Buona Domenica!
Don Domenico Savio ☺️🌿

da oggi puoi scaricare il foglietto della Messa (grazie Franco!)

2 pensieri riguardo “Il Vangelo che ci insegna la libertà dei figli di Dio (da oggi in allegato anche il foglietto della Messa)

  • R. T. M.

    Chissà se è stato Sant’Ambrogio a fare questa ultima citazione latina o il cardinale, tanto la sentiva propria… Al punto da dichiarare che fosse stato il santo a copiarla da lui. Il testo da cui esce questa citazione andrebbe gustato in latino… nella parte finale”Chi non ha la fede, non ha la libertà dello spirito.. ma dove non c’è libertà non c’è grazia. Dove non c’è grazia non c’è adozione, dove non c’è adozione, non c’è successione ereditaria. (la parola libertà pronunciata da sola come troppe volte hanno fatto gli uomini moderni, non significa nulla. Si riempie di senso solo quando é correttamente inserita nella rete di nessi che vediamo affiorare nella rete di nessi che vediamo affiorare nelle parole di Smbrogio: Libertas Fides. Charithas. Adoptio. HAEREDITAS. Gratia. Mi sovviene ora ciò che disse Mahatma Gandhi “se voglio soddisfatta la mia anima debbo pensare a modo mio”… O anche quello che mi disse un mio vecchio amico ” ho sofferto Tauma, ciononostante mi accinsi a liberarmi da tutto quanto mi legava, finché, alla fine, mi unii all’Amato ed entrai nel mare della liberazione…e mi identificati con la metà, che è l’amato di tutti. Fui capace di unirmi con l’eterno… Trovai la metà imperitura,ora che ho stabilito l’amato in me stesso, ora che l’amato é me stesso”. Si ha proprio l’impressione che si tratti di questo ed è facile intravedere l’analogia con il richiamo agostiniano(come Domenico vorrei citare l’antica lingua) “NOLI FORAS IRE, IN INTERIORE HOMINE HABITAT VERITAS.”

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  • R. T. M.

    Meta non meta’… Scusate la disattenzione.

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