cultura

La Ru486 accentua la mentalità abortista e e aumenta le ricadute sulla donna

“La sindrome post abortiva sarà ancora più drammatica perché la donna avrà un ricordo visivo che non dimenticherà più”. Così Maria Luisa Di Ubaldo, presidente Federvita Lazio e coordinatrice dei sette Centri di aiuto alla vita di Roma, commenta le nuove linee guida ministeriali riguardanti la somministrazione della pillola abortiva Ru486, che non richiede più il ricovero ospedaliero.

“La donna in questo modo – spiega – si trova ad essere ancora più sola. Quando la donna sceglie di abortire vive una solitudine del cuore incolmabile. In base alle nuove linee guida per la pillola Ru486, la donna sarà sola al momento delle contrazioni e del sanguinamento per il quale ci potrebbe essere un rischio vitale”.

La condanna verso il metodo farmacologico da parte della presidente non equivale a una approvazione della legge 194 che “resta iniqua – chiarisce -. Le nuove linee guida vanno ad accentuare la mentalità abortista che annulla completamente il concepito. Vanno a peggiorare le ricadute dell’aborto sulla donna”.

Il servizio offerto dai Centri aiuto alla vita mira a sostenere le donne alle prese con una gravidanza indesiderata o in difficoltà economica e psicologica. “Saremo pronti ad accogliere tutte le donne, anche quelle che hanno abortito con la pillola, sarà più difficile ma noi ci saremo sempre. Lo siamo stati anche durante il lockdown tramite il numero verde o la chat che risponde h24. Per noi il benessere della mamma è fondamentale così come quello del bambino. Anche la libertà è fondamentale ma là dove è consapevole”.

“Chiediamo – conclude – di essere presenti negli ospedali e nei consultori per far scoprire che la libertà costruisce, non uccide”.

(fonte Agensir)

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