Quella che il Corriere della Sera chiama Anna, in realtà è la brava dottoressa Anna Grassellino
Quella che Il Corriere chiama Anna – come se fosse la cuginetta del caporedattore – in realtà è la Dottoressa Anna Grassellino:- laurea in Ingegneria Elettronica all’Università di Pisa;- dottorato in Fisica all’Università della Pennsylvania;- ricercatrice dal 2008;- insignita da Obama (non dal cugino del caporedattore del Corriere) nel 2017 del premio Pecase, il massimo riconoscimento statunitense per i più promettenti professionisti della ricerca scientifica.
In questi giorni la Dottoressa Grassellino – che ha 39 anni – è stata scelta dal governo americano per guidare il nuovo centro dedicato al calcolo quantistico (Sqms: Superconducting Quantum Materials And Systems Center).Guiderà un progetto da 115 milioni di dollari e un team di 200 scienziati.Un curriculum impressionante e monumentale che pone la Dottoressa Grassellino nel gotha mondiale della Fisica, insomma.
Per il Corriere, però, si chiama Anna.Come se fosse la vicina che ti passa il sale o un pezzo di torta, insomma. Una perversione linguistica che continua beatamente anche nell’articolo, dove la Dottoressa non viene mai qualificata per la sua professione e ruolo ma definita bonariamente per nome di battesimo o, al massimo, con nome e cognome.
Una violenza linguistica a mio avviso intollerabile, ma molto comune nel nostro Paese.
Rifletteteci.
Leggereste – o vi sognereste mai di dire – “lui è Roberto” all’indirizzo del professor Burioni? Non credo proprio.Ed è così sempre. Le donne che si sono spaccate la schiena fra libri, ricerca e spesso famiglia vengono quasi sempre chiamate per nome. A sminuire, inconsciamente, il loro ruolo.
“Brava Anna, sei in gamba, ma non ti montare troppo la testa che in fin dei conti mica sei uomo, eh”, il retaggio culturale alla radice.Ed è anche questo il motivo, forse, per cui le tante “Anna” italiane scelgono, semplicemente, di portare il loro talento altrove. Lasciandoci sempre più soli a misurarci l’ego per vedere chi ce l’ha più grosso. Sorry, Dottoressa Grassellino. E buon lavoro.
Fabrizio Del Prete
Giustissima osservazione. Grazie. Dottoressa Polovic. (anche se a Roberto segue Burioni, tuttavia, proverei lo stesso disagio. Nel senso che a un personaggio come questo, contraddittorio e perfino comico e forse pure colluso con qualche potente lobbies farmaceutica, gli darei un “gettone” di presenza da 2000 euro e lo congederei senza indugio. Vadi professore… Vadi Roby.)