Pentecoste: ripartire con slancio e passione dalla nostra identità di Chiesa
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della DOMENICA DI PENTECOSTE – Cinquantesimo giorno di Pasqua – Giovanni 20,19-23
Il vangelo che ascoltiamo quest’anno nel Ciclo A delle letture della Domenica di Pentecoste non è la prima volta che lo incontriamo nel tempo di Pasqua. Ma oggi assume un significato nuovo: la Pasqua è non solo la sconfitta della morte e del peccato per la Risurrezione di Gesù ma è anche l’inizio della vita e della missione della Chiesa.
Da quale seme è fecondata? Da quale grembo nasce? Come può vivere e crescere questa Creatura ecclesiale?
Il seme è la Parola di Cristo: Pace a voi (Gv 20,19). La pace donata dal risorto non è una buona parola, un augurio e neanche un invito. È la Sua presenza in mezzo ai discepoli. Gesù non è in cielo!, direbbe s. Ignazio di Loyola. Gesù è qui, sulla terra, in mezzo a noi! Dove due o tre sono riuniti nel suo nome, ecco Dio, ecco la Pace! La comunione e la pace trinitaria arriva a noi per mezzo dello Spirito di Gesù soffiato con amore e potenza (Gv 20,21).
Il grembo da cui nasce la Chiesa sono il fianco aperto del Signore e le mani che portano ancora il segno dei chiodi. Il Risorto porta le cicatrici dell’ Amore supremo offerto fino al dono totale della vita. Dal suo corpo spezzato è nato il Corpo di Cristo vivo, la Chiesa. Dalla sua morte, la nostra vita. Dalle sue piaghe, la nostra salute. Dalla sua Pasqua la nostra Pasqua. Dalla sua Pentecoste la nostra vita di comunità credente e missionaria.
Non dimentichiamo da dove siamo venuti: altrimenti la Chiesa può trasformarsi in tutt’altro da quello che è, una azienda religiosa, una setta di fanatici, una comunità chiusa nel sacro e bigotta, una ‘Ong pietosa’ (papa Francesco, Omelia nel primo giorno di pontificato – Cappella Sistina) o una comunità di rivoluzionari politici, una banca di Dio o un tranquillante antidepressivo per dare sollievo agli sfiduciati.
La Chiesa non è niente di tutto ciò ma rischia di cadere in ognuna di queste distorte realtà pseudoreligiose qualora dimenticasse la sua identità, la sua vera origine: l’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo manifestatosi a noi da Abramo fino a Cristo, nato da Maria, crocifisso, morto e risorto per noi.
Infine come può la Chiesa vivere e crescere? Restando fedele al suo mandato: Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. (…) Ricevete lo Spirito Santo. (Gv 20,21.22)
È lo Spirito il respiro delle comunità. È lo Spirito la vita della Chiesa. È lo Spirito il dono del Padre e del Figlio, la sorgente dei Sacramenti. È la forza delle opere di carità, misericordia e giustizia sociale.
È lo Spirito l’anima dei carismi e dei ministeri: dal catechista al vescovo, dalla sacrestana al Papa, dell’operaio al laico impegnato nelle università, dall’Europa all’Australia, dai bambini dell’oratorio ai seminaristi della Gregoriana.
In tutto ciò che vive la Chiesa e in tutti è sempre Lui il cuore, il motore, l’Animatore e il Sostenitore, lo Spirito Santo promesso e ricevuto nel Battesimo.
Lo Spirito Santo ci ridoni gioia e coraggio, forza ed entusiasmo, passione e grinta, fiducia e fedeltà nel vivere di Dio e nel vivere per l’uomo.
Buona Pentecoste!!!
Don Dom 🔥✌🏼