Piccola Storia del Principe Bambino
Ha la voce piena di speranza, a momenti risoluto, questo Principe Bambino, con lo sguardo pieno di sogni. La sua mamma è riversa sul pavimento, sbraita frasi non connesse, pensieri distorti e biasimo per quel Principe reo di essere la causa della fine della sua storia.
Ad intermittenza si trasforma in un confidente, qualcuno su cui riversare demoni e frustrazione. E’ confusa e fuori di sé, totalmente priva di ogni capacità di intendere, di volere, di essere genitore.
“Sono preoccupato per la mia mamma.. Lei sta un po’ bene, poi sta bene un giorno ed un giorno ancora; poi riprende a cadere nel corridoio. Lei è un po’ brava, anche se alle volte non fa da mangiare, mi dice mangia i taralli..”
Frasi che spezzano il cuore, che ti fanno avvertire come un bambino cerchi di coprire situazioni di cui è fortemente esasperato, rivestito di responsabilità troppo grandi per un corpicino così esile. Due occhioni che hanno visto una madre aggredire fisicamente un compagno che adora. Che fatica a comprendere perché debba dire che il cattivo è lui, mentre ripete forzatamente che sia stato lui a fare del male alla donna. Ma sono tante le volte in cui si ritrova a raccontare dei bei momenti passati con questo uomo che non è il suo papà. Ma è costretto a chiamarlo così “perché se no non resta con la mamma”
Ha riposto la serenità nello zainetto, insieme al suo orsacchiotto ed un pigiamino, salendo su quell’auto che almeno per qualche giorno lo avrebbe portato al sicuro. Portandosi dietro qualche gioco e quella pesantissima preoccupazione per la sua mamma che continua a cadere, mentre lui prova con tutte le sue forze a risollevarla, senza sapere che non deve essere lui a reggerla, a rialzarla, se non con la forza dell’amore che si prova per un figlio.
In balia di demoni non suoi, la notte si agita al pensiero, ritornando a ripetere discorsi che non collimano con i sentimenti. Come si può reagire a tutto ciò in tenera età? Se non somatizzando la confusione e la paura, coadiuvato dal bene profondo che lega i bambini ai propri genitori. Terrorizzato da mostri che non esistono e sognando di un futuro fatto di sorrisi e sogni.
Purtroppo quei giorni di serenità durarono poco. Fece ritorno da quella mamma che non riusciva a lasciarlo un po’ in pace, tra giochi spensierati a vivere la sua età. Riportandolo in quella dimensione di disagio e pregiudizio, poche foto sui social, oggetto per esibire una maternità inesistente. Per auto celebrarsi “Eroina delle Madri” mentre tormentava quel piccoletto durante le sue flessioni di umore, alternando euforia e depressione.
Ma una mattina, al suo risveglio, seduta sul suo letto c’era un angelo, che con un sorriso ed una carezza, lo portò via da quel posto di pregiudizio ed amarezza. Oggi il Principe Bambino è al sicuro, con una famiglia che giorno dopo giorno, lo riaccompagna a vivere la sua età. Dove gioca spensierato, viene accudito ed ha ripreso a studiare, a sorridere e sognare.
Nel frangente della cronaca, specie relative ai “Fatti di Bibbiano”, o altre realtà simili, abbiamo visto alcune “Famiglie Affidatarie” ree di atti abominevoli ai danni dei minori. Strappati alla famiglia di origine per un’ideologia demoniaca e non sicuramente perché questi bambini erano davvero vittime di abuso o grave pregiudizio, quindi oggi il nostro plauso va a quelle famiglie che salvano davvero l’infanzia ed i Principini e le Principessine che possono finalmente correre verso un futuro ricco di possibilità e speranze.
Sara De Ceglia