Tra complottisti e catastrofisti noi preferiamo i realisti
RITORNO ALLA REALTÀ. 18 MAGGIO 2020. A due settimane dal 4 maggio, inizio della fase 2, nessun disastro è avvenuto. Nessuna apocalisse prevista dai catastrofisti si è abbattuta su di noi. Sta andando come avevano ipotizzato i cosiddetti complottisti.
I media ci informano che i dati del bollettino diramato dalla Protezione civile il 18 maggio riportano un calo dei nuovi contagi e dei morti da Coronavirus. Il totale delle vittime in Italia è di 32.007 persone dall’inizio del monitoraggio dell’epidemia di Covid-19. Cala il numero delle nuove vittime, e scende per la prima volta sotto ai 100: sono 99 le morti registrate nelle ultime 24 ore (ieri erano 145, due giorni fa 153, tre giorni fa 242 e quattro giorni fa 262).
Continua a scendere il numero delle persone “attualmente positive” al Coronavirus. Un trend in discesa iniziato più di due settimane fa. 16 regioni sono sotto i 15 nuovi casi.
Certo, viene detto, si vede che sono state rispettate le regole. Ma i catastrofisti dicevano che sarebbe stato meglio non aprire, era troppo presto.
Gli italiani hanno rispettato le regole. Hanno dimostrato che l’approccio usato nei paesi civili, responsabilizzare i cittadini e non trattarli come bambini incapaci, può funzionare.
Il popolo italiano si è comportato bene in tutta questa vicenda. Molte domande sono invece da porre sulla classe dirigente, le task force, i media responsabili della comunicazione.
Poiché i catastrofisti sono stati smentiti dalla realtà, ora dicono che lo sapevano che ci sarebbe stata una diminuzione in questa fase, ma in autunno la morte sarà tra noi di nuovo e più potente di prima.
Bene, anche se fosse, abbiamo mesi per trovare soluzioni.
Il cittadino medio non ha certamente le conoscenze scientifiche per confutare le previsioni numeriche con cui gli esperti sostengono che ci sarà una nuova ondata tra ottobre e dicembre, ma resta un cittadino e non un suddito. I cittadini pretendono risposte dalla politica, non dai virologi, tanto meno da quelli che vivono nei salotti televisivi, e chiedono soluzioni concrete a problemi reali.
Se esiste effettivamente un rischio di ripresa dei contagi in autunno, la risposta non può essere semplicemente trasformare il mondo in una sala operatoria asettica, solo una dittatura lo può fare mai una democrazia! Non può essere sbandierare che la didattica a distanza è il futuro e chi non si adegua è un retrogrado o piangere sulla mancanza di posti letto e personale sanitario. Le risposte che pretende una cittadinanza consapevole, non schiava, non in panico, sono investimenti su scuola, sanità, prevenzione, medicina sul territorio, cure. Se una malattia è curabile, fa meno paura. E attenzione, non dare queste risposte è una precisa scelta politica.
La società non è un’entità astratta che cambia per una “misteriosa” dynamis interna, è un corpo sociale che cambia in base alle scelte di uomini in carne e ossa.
Tra i complottisti e i catastrofisti ci sono le persone razionali che sulla base di problemi reali trovano soluzioni reali.
Belinda Bruni Selis