I David di Donatello al tempo del Covid: finalmente premiati i migliori!
L’altra sera si è tenuta la cerimonia dei David di Donatello, per così dire gli Oscar italiani (come i César francesi o i BAFTA britannici), necessariamente – per via dell’emergenza sanitaria Covid-19 – in una curiosa versione a distanza ed anche molto social (i premi venivano annunciati dall’Accademia su Twitter e Facebook nello stesso momento in cui in tv lo faceva Carlo Conti sugli schermi di Rai1).
Devo dire innanzi tutto che molto raramente ho condiviso pressoché tutti i premi dei David di Donatello come stavolta, pur in presenza di una stagione piuttosto modesta per il cinema italiano; ma sono stati premiati i migliori.
Devo altresì ammettere di essere felice per la batosta subita da Roberto Benigni, giustamente battuto da Luigi Lo Cascio nella categoria “miglior attore non protagonista”. Giustissimo così. Umiliazione e bagno di umiltà per un attore, Benigni, di straordinarie modeste capacità e di enorme fortuna e sopravvalutazione, con una vasta collezione di “fiaschi” cinematografici ed un solo film (furbastro), “La vita è bella” (1997, Premio Oscar) riuscito nella sua lunga carriera.
Complimenti vivissimi a Marco Bellocchio, ottantenne, che ha trionfato come da facilissimi pronostici (c’era un abisso tra il suo film e tutto il resto); ma anche a Jasmine Trinca, all’ormai pluripremiata Valeria Golino (4 David, 4 Nastri d’Argento, 4 Ciak d’Oro, 2 Coppe Volpi a Venezia, etc.), a Pierfrancesco Favino ed a tutti gli altri, anche alle eccellenti
maestranze premiate.
Molti spettatori non conoscono scenografi, truccatori, addetti agli
effetti speciali, costumisti, direttori della fotografia, etc., e ieri sera sono stati premiati autentici “artisti” di valore internazionale assoluto. Il fior fiore del cinema mondiale, di cui andare assolutamente fieri.
“Il traditore”, di Marco Bellocchio, è il film che si è aggiudicato il maggior numero di premi (6), ma – soprattutto – tutti quelli più rilevanti, come il “miglior film”, “la miglior regia” ed il “miglior attore protagonista”; seguito dal “Pinocchio” di Matteo Garrone (5), ma quasi tutti premi tecnici, per via dell’eccellente lavoro effettuato per trucchi e quant’altro richiesto da un’opera di questo tipo, l’ennesima tratta dal libro di Collodi, ma
anche la conferma che cimentarsi cinematograficamente su questo testo conosciuto a livello planetario è difficilissimo e “porta male” a chi si infila in questa avventura, tanto che era palese il disappunto e la delusione ieri sera in Matteo Garrone, che dei premi più importanti non ne ha visto neanche uno; quindi, il coraggioso ed originale “Il primo re” di Matteo Rovere (3) e “La dea fortuna” di Ferzan Özpetek (2).
Le candidature erano state annunciate il 18 febbraio scorso; i film che avevano ottenuto il maggior numero di candidature erano stati “Il traditore” con 18, “Il primo re” e “Pinocchio” con 15.
Dopo aver già menzionato i premi più importanti conquistati dal film di Bellocchio, anche con la grande prova di Pierfrancesco Favino, al suo primo David da “attore protagonista” e non più da non protagonista, ricordiamo il David alla “migliore attrice protagonista”, la bellissima e talentuosa Jasmine Trinca, per il film di Özpetek; l’ennesimo David alla sempre più straordinaria attrice ed ormai anche regista da sette anni a questa
parte, Valeria Golino, per “5 è il numero perfetto”, in qualità di “migliore attrice non protagonista”; poi, come detto, il David a Luigi Lo Cascio, sempre per “Il traditore”, e come “miglior attore non protagonista”, laddove un Benigni in smoking da casa era già certo di vincere per la sua parte di Geppetto nel “Pinocchio” di Garrone, e conoscendo Benigni, solo
Dio potrà sapere la furia dell’attore e regista toscano, che – a dispetto dell’immagine pubblica – sa perdere tanto quanto la bellissima Emily Ratajkowski sa rimanere vestita. Vale a dire, mai!
Come “miglior canzone” ha vinto la bellissima “Che vita meravigliosa” di Diodato, che ha raggiunto così un record. Si tratta della prima volta che un cantante nello stesso anno (a distanza, peraltro, di soli tre mesi) vince sia Sanremo che il David di Donatello, e per di più con due canzoni diverse!
Ricordiamo che come “miglior film straniero” ha vinto l’eccellente “Parasite” di Bong Joon-Ho.
Un cenno lo meritano anche i cortometraggi, autentica palestra per i giovani autori.
Il vincitore del David di categoria è stato Giulio Mastromauro con “Inverno”. Da ricordare il “David dello Spettatore” al film italiano che ha incassato di più, e quindi l’unico non deciso dall’Accademia: “Il primo Natale” di Ficarra e Picone.
Last, but not least, il “David Speciale” alla quasi centenaria (tra circa due mesi) Franca Valeri, sin qui incredibilmente mai premiata in carriera con un David. Purtroppo, le condizioni di salute della grande attrice milanese sono assai precarie.
Franco Baccarini per – Kaleido Magazine – 2020