Il Signore torna ogni volta che qualcuno è in procinto di morire per consolarci. Come? Ce lo spiega Papa Francesco
Nella messa del mattino a Santa Marta il Papa oggi ha spiegato come il Signore ci consola davanti alla morte.
Anzitutto ha precisato che: “Il Signore torna ogni volta che qualcuno è in procinto di partire per questo mondo”
Già questo di per sè è bello e consolatorio. Immaginarselo seduto su quella sedia vuota accanto al morente…
Ma il Papa è andato oltre. “Il Signore – ha affermato il Papa – consola i suoi discepoli. Noi abbiamo tanti modi di consolare, autentici o formali, come tanti telegrammi di cordoglio.
Il Signore consola sempre nella vicinanza, nella verità e nella speranza. Il Signore non è mai distante: “Io sono qui con voi”. Tante volte nel silenzio, ma sappiamo che Lui c’è. La vicinanza è lo stile di Dio. Non usa parole vuote, preferisce il silenzio, la forza della presenza, parla poco, ma è vicino.
Gesù consola nella verità, non dice cose formali, dice la verità, non la nasconde, Lui stesso è la verità. La verità è che Lui se ne andrà, morirà. Lo dice semplicemente e con mitezza, senza ferire, ma stiamo davanti alla morte. “
Questo è il passaggio che mi è piaciuto di più, anzi che mi ha colpito di più perchè almeno il Papa non ha paura di chiamarla col suo nome: morte! Spesso sentiamo dire: se ne è andato, è mancato, è venuto meno… ma che cosa vogliono dire questi termini se non che si ha paura della morte? Gesù viene a sedersi accanto a noi per guardarci negli occhi e dirci: ehi, stai morendo! Viene vicino ai nostri parenti per dire loro: ehi, sta morendo. Prepariamoci, preparatevi. Ma c’è poi la speranza.
“Ma consola – ha continuato Francesco – nella speranza: sì, c’è un momento brutto, ma dice che va a preparare ai discepoli una dimora. La speranza che Lui ci prenderà per mano. Esorta a rimanere nella sua pace perché Lui verrà e ci porterà dove è Lui. Non è facile lasciarci consolare dal Signore. Nei momenti brutti ci arrabbiamo con Lui e non gli permettiamo di consolarci.
“Chiediamo la grazia – ha concluso il Papa – di lasciarci consolare dal Signore. La sua consolazione non inganna, non è anestesia, ma è vicinanza, è veritiera e ci apre le porte della speranza
Grazie anche oggi Papa Francesco, a nome mio e di tanti che, grazie alla Quarantena, si godono questa mezz’ora di pace, con te, (senza dover buttare giù dal letto i figli per mandarli a scuola) traendone conforto