Meno giga e streaming, più fede e messa dal vivo
Capisco tutto e, quando non capisco, sempre più spesso mi rassegno.
Ma i cattolici che in nome della “carità creativa” vogliono convincerti che ci sono alternative alla Messa e che chiusi in casa e via streaming si sono avvicinati a Dio più che coi sacramenti, beh, anche no. Anzi, proprio no.
Non si può leggere, non si può sentire, non si può tollerare.
Patisco le norme ingiuste e quando posso trovo il modo di eluderle – ripeto: trovo il modo di eluderle e quale sia questo modo sono cavoli miei – e riconosco di non essere un esempio; ma non plaudirò mai a quelle norme, né mai le difenderò. La norma ingiusta è un atto di violenza e nessuno, ateo o cattolico, può avallare un atto di violenza, che venga dal Parlamento o stia in un DPCM.
Se chiunque – sottolineo chiunque, quindi anche il Papa – dice in nome della “prudenza” che è più grave violare i divieti del governo che perdere i sacramenti, ebbene dice una cosa che in duemila anni di cattolicesimo non si è mai sentita e dovrà farci i conti e certo ce li farà, prima o poi, in questa vita o nell’altra.
Se poi qualcun altro si compiace di questo atteggiamento, se addirittura ci trova del buono, come se i sacramenti e i riti e le liturgie fossero solo uno dei tanti modi per assumere integratori spirituali, ebbene, consideri questo: se i primi cristiani avessero ragionato così, il cristianesimo sarebbe finito nel primo secolo. E tanti saluti.
Questi cattolici che parlano tanto di tornare alla “spiritualità” dei primi cristiani – è cinquant’anni che ci frantumano con ‘sti primi cristiani, come se duemila anni di magistero fossero stati il prodotto di una scimmia che batte a macchina – ebbene sappiano, o ricordino, che i primi cristiani sono stati per lungo tempo fuorilegge e non hanno rischiato 300 euro di multa ma di essere sbranati vivi dai leoni: uomini, donne, vecchi e bambini fatti a pezzi mentre la folla urlava esaltata.
Altro che prudenza e obbedienza.
Anzi, scusate, scusate, scusate tanto. Sapete che vi dico? Che siete fortunati se vi piace così, se vi sentite bene lasciando passare la Domenica sul filo dei giga delle omelie in streaming. Siete fortunati se la Settimana Santa si è risolta per voi nel pathos della diretta da San Pietro. Beati voi, vi invidio. Godetevela, ‘sta santa clausura. Obbedite, siate prudenti.
E lasciatemi perdere.
Massimo Micaletti