“La Signora in giallo”: meglio esserle amica!
“Murder, she wrote”. Ovvero “La signora in giallo”. Ovvero Angela Lansbury. Una donna-attrice mito per me. Ho guardato così tante volte ogni singolo fotogramma di ogni singola puntata di ognuna delle dodici serie che, anche senza stare concentrata sull’episodio, ascoltando i dialoghi, posso anticipare le battute successive.
Ebbene, un canale Sky sta trasmettendo in questi giorni le serie dalla settima all’ultima. 24 ore al giorno. E io ho la tv ovviamente sintonizzata su quel canale dalla mattina alla sera. Con buona pace di mio marito che ogni tanto si ribella cercando di cambiare quel canale che, non si sa perché, torna sempre lì.
Così dolce e sagace, intelligente e arguta, la signora Fletcher scova assassini intelligenti e abili, che, pur premeditando i loro delitti in ogni particolare, non sfuggono al suo infallibile fiuto investigativo, che farebbe apparire Sherlock Holmes un detective alle prime armi. Poi, che ogni volta che la perspicace scrittrice sia in qualche posto qualcuno muoia, e che lei si trovi casualmente ad ascoltare dialoghi compromettenti o trovi prove schiaccianti sfuggite all’occhio attento delle forze dell’ordine, sono particolari trascurabili.
Ma il vero aspetto che può cogliere soltanto chi la conosce nel suo intimo (appunto come la sottoscritta), è che, se la si incontra sul proprio cammino, bisogna stare molto attenti a non esserle troppo antipatici, o a non mostrarsi troppo belle (se donne) o a gareggiare con lei in intelligenza e cultura. Perché lei decide chi è l’assassino, ogni volta. E non di rado inchioda donne e uomini di successo, o ricchi mariti di care amiche. Che pur ritrovandosi con la vita rovinata a causa della sua morbosità investigativa, la ringraziano pure. Di avere ficcato il naso dove non avrebbe mai dovuto.
Io un monumento, farei. A lei, ma soprattutto a chi, nel corso degli anni, ha avuto il coraggio di restarle amico. Senza paura di restare ammazzato o di finire all’ergastolo. 😂