Aborto a casa? No, grazie!
L’aborto è sempre una scelta dolorosa per la donna e permetterlo in forma privata, oltre a non garantire gli opportuni presidi medici di emergenza, peggiora la realtà dell’atto.
È inaccettabile la proposta che arriva da alcuni ginecologi italiani di facilitare gli aborti al tempo del covid 19, con la somministrazione domiciliare della pillola Ru486.
L’aspetto drammatico è che si vuole banalizzare l’aborto facendo credere che basta un bicchiere d’acqua per risolvere il “problema” riducendo l’importanza della scelta!
Niente di più falso perché gli effetti fisici e psichici sono gli stessi di un aborto chirurgico, con l’aggravante che assumendo la pillola Ru 486 la donna lo vive in diretta, nella sua profonda solitudine, senza un’assistenza medica.
Non possiamo lasciare sole queste donne: è necessario dover dare un’alternativa valida. Solo in questo modo le si rende veramente libere.
È per questo che a gran voce chiediamo che i Centri di Aiuto alla Vita possano svolgere il loro servizio di ascolto e assistenza per le donne con una gravidanza difficile o indesiderata all’ interno delle Asl, nei consultori familiari e negli ospedali.
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Maria Luisa Di Ubaldo presidente Federvita Lazio