Sorrisi gemelli che illuminano anche laddove c’è il buio
Si festeggiano oggi i quattro anni de “Il Centuplo”, giornale telematico/blog dell’amico imprenditore Giorgio Gibertini, e per fare festa ci vuole un sorriso. Anzi, tanti sorrisi.
E così, dietro invito dell’amico Giorgio di scrivere un articolo diverso dagli altri per l’occasione, ho scelto tanti, bellissimi, importanti, empatici sorrisi: Sorrisi Gemelli!
Questo è il nome di un’associazione nata nel 2010 come gruppo studentesco per continuare il processo di formazione e le attività sviluppatesi intorno ai primi corsi di clownterapia (e da critico cinematografico non posso dimenticare il film del 1998 “Patch Adams”, di Tom Shadyac, con il compianto Robin Williams, tratto da una storia vera, che ha dato il via ad altre benefiche e altamente meritorie iniziative nel mondo) organizzati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
È stata fondata da persone che, dopo la formazione iniziale, hanno avuto voglia di mettersi in gioco in prima persona e far diventare questa attività “ludica” un progetto concreto di volontariato, permettendo a tutti quelli che ne avessero voglia di entrare in contatto con la clownterapia.
Molto spesso lamento, e gli amici lo sanno, l’assenza di empatia nell’odierna società occidentale, quella che poi avrebbe più occasione e facilità di possedere questo dono, in teoria. Un dono che è di pochi, troppo pochi. Un dono che, peraltro, piace ricevere ma non piace o non si sa dare agli altri.
Invece, Sorrisi Gemelli – che si prefigge di portare avanti una formazione finalizzata a trasmettere la filosofia del clown-dottore come figura di supporto, dando grande rilievo all’aspetto mimico espressivo e allo studio della comunicazione sia in ambito sociale che sanitario – fa dell’empatia uno dei suoi punti di forza.
E, per quei pochi che non lo sapessero, per empatia in generale (tra significato in Psicologia e significato etimologico/letterario), s’intende la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente o anche totalmente senza dover far ricorso alla comunicazione verbale.
Il fine dei ragazzi (quasi di tutte le età verrebbe da dire, perché si tratta di molti giovani, e di giovani di corsi studenteschi precedenti che non hanno abbandonato questa meritoria attività, questo dono che un po’ si possiede ed un po’ si impara nei loro corsi di base e avanzati) di Sorrisi Gemelli è quello di portare serenità e fiducia alle persone ricoverate, creando un link positivo tra pazienti e struttura sanitaria.
Gli attivisti di Sorrisi Gemelli basano la propria filosofia sui valori di ascolto e di solidarietà nei confronti dei pazienti, anche con l’utilizzo di tecniche teatrali e di giocoleria, che comunque rientrano nella loro formazione, e fanno sì che non soltanto tra di loro riescano a creare una famiglia, ma ancor più importante è riuscire a creare un’unica famiglia con i ricoverati, con i familiari degli stessi, e con gli operatori sanitari.
Come associazione opera ogni sabato nei tre reparti di geriatria presso il CEMI del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Poi, si attivano in situazioni di emergenza come nei campi de L’Aquila, di Mirandola, etc..
Dal 2017, è diventata una onlus riconosciuta dalla Regione Lazio. Per loro questo articolo rappresenterà una sorpresa, un piccolo dono disinteressato, proprio a loro che fanno tanti grandi doni disinteressati.
Personalmente, li ho conosciuti, virtualmente, in maniera del tutto casuale anni fa. Iscritto su un notissimo social, dove si incappa dalla pubblicità del prodotto che meno ti interessa fino alla segnalazione di persone che potresti conoscere ma con le quali hai un solo contatto in comune, virtuale, e a Washington; e, tra le tante cose e persone, mi sono trovato dinanzi la loro bacheca e, “a pelle”, ho cliccato “mi piace”. Da allora, li seguo volentieri, così tanto da aver voluto dedicare questo articolo non di critica cinematografica, proprio a loro. E dalla loro bacheca ho estratto solo alcune tra le tante frasi che meriterebbero di essere pubblicate, ma che potrete leggere da soli. Si va da “Spogliati dalla fretta e dalla frenesia. Vestiti con la semplicità delle piccole cose. L’arte del clown è essere sole, senza aver paura di essere pioggia” (3 marzo scorso), a “Piantiamo alberi della leggerezza, hanno foglie sempre verdi e ci fioriscono sorrisi” (23 febbraio), fino a “Ci vuole fegato, per metterci il cuore!” (16 febbraio), “Cuciniamo abbracci con la ricetta dei sorrisi!” (9 febbraio), “Vediamo il mondo a colori per donare sorrisi dentro e fuori!” (19 gennaio) e “Sorrisi frizzanti ubriacano i cuori” (12 gennaio).