Mi fido più delle mani tese di volontari sconosciuti che dei contamorti delle 18
Ciao ragazzo… Adesso che ti han tirato giù e che ti sei risvegliato dopo tre giorni di riposo mi piombi in casa che sono ancora in pigiama e con i capelli sfatti… certo che tu non sei mica messo meglio con tutti i segni delle botte prese da chiunque. Dammi cinque minuti solamente e solo cinque che so far le cose in fretta quando voglio … Tu siediti un momento che tanto non ti farebbe troppo male e dammi giusto il tempo di mettere in ordine i pensieri che non è mica tanto normale questa tua visita improvvisa in casa mia che non ci sono neanche troppo abituato a vederti nei posti al chiuso.
Ed eccomi pronto che una tuta e scarpe da ginnastica ci stanno bene per una passeggiata e prendi una mascherina e magari legati I capelli che in strada potresti dare troppo nell’occhio e quella tunica già promette bene ma del resto a te casca proprio a pennello e mica proprio io posso dirti come vestirti per andare in giro.
Prendi pure questo foglio nel caso dovessero fermarci che già vedo nei loro occhi quel notevole imbarazzo e dai magari scrivi Salvatore che come nome sembra più comune che l’altro nome sembra esagerato e si lo so che ti chiami così ma poi vaglielo a spiegare.
Siam pronti allora ragazzo ed oggi ti porto fuori a fare un giro per Novate che forse non lo sai ma è proprio un bel posto quando ci vivi ogni giorno normalmente senza restrizioni e autocertificazioni e code ai super e sirene in lontananza.
Questa che stiamo percorrendo è via Baranzate che tu dirai che cosa avrà mai di bello e invece guardala bene che un viale popolare sa raccontare bene il bello che ci vive dentro e dimmi ma non hai freddo con quei sandali ai piedi e no non devi metterci i calzini che quelli lasciali ai tedeschi che si sentono potenti ma sono così tremendamente vili e senza dignità a vederli andare in giro conciati come siamo abituati a vederli. Dai scendi con me i gradini che questo è il sottopasso del paese che non sarà come quei muri in Palestina ma sa creare anche questo quelle differenze che non voglio.
Qui entriamo nel cuore di Novate e lo noterai dalle vetrine che oggi sono abbassate mica solo per la festa. Qui da giorni sono chiuse e non so se l’hai saputo di sto virus prepotente che ci ha imprigionato nelle case con quell’arrogante pretesa di allontanarci dagli affetti. Sai ragazzo questo è il luogo che in due anni mi sta tenendo dentro e che spero mi possa vedere qui per tanto tempo che ho sempre avuto il vizio di girar le spalle quando poi ci stavo male ma qui sembra tutto diverso e se ho da dire dico e se ho da fare faccio e se mi innamoro amo e ridi pure sotto quella barba che tanto sembri un hippy dei giorni nostri e per fortuna c’è poca gente in strada che chissà gli sguardi a vederci adesso.
Qui alla Campana Me la berrei una gran birra con te ascoltando musica tra chiacchiere e sorrisi ma anche sto locale ci hanno chiuso e pensa che hanno chiuso proprio tutto… Dalla biblioteca in villa Venino… Ai Circoli popolari… Dai bar e ristoranti… E non ti arrabbiare adesso ma hanno chiuso pure casa tua e non ci puoi entrare adesso anche se le campane suonano ogni giorno.
Sei stupito vero? Pensa a come siamo messi noi ragazzo che c’è gente che non sa nemmeno come mettere assieme una colazione e pranzo e piange pensando a come mettere in tavola la cena e per fortuna abbiamo dei ragazzi che regalano energia e proprio tempo e corrono a destra e a manca a portare viveri e sorrisi a chi ne richiede l’intervento. È una macchina che ai giorni nostri tutti chiamano solidarietà e sono volontari che non si sono mai tirati indietro.
Si lo so a cosa stai pensando che sta cosa dovrebbe succedere ogni giorno e che lo stato dovrebbe sopperire a queste sofferenze ma te lo dico chiaramente e senza peli sulla lingua che io mi fido più delle mani tese di volontari sconosciuti piuttosto che dei discorsi conta morti di ogni sera alle diciotto.
Vuoi sederti ragazzo? Mettiamoci qui su questa panchina e queste son le oche che rappresentano Novate e che fai sorridi che mica i simboli son solo stelle e strisce e falchi e colombe e teste di leoni e aquile rapaci…
Noi qui abbiamo le oche e ne andiamo anche fieri e questa gente semplice che adesso resta chiusa nelle case è gente che lavora e che sa cantare dai balconi e che aspetta la resurrezione come aspetta la tua ogni anno solo che quest’anno appena uscito ti sei sentito solo e lo so cosa vuol dire che per anni e anni mi ci sono abituato ma per fortuna sei arrivato a casa mia questa mattina che ancora ero in pigiama e dai che sono stato bravo a prepararmi in cinque minuti e a tenderti la mano che qui da sconosciuto saresti solo uno straniero. Adesso però torniamo a casa…
Tu abiti qui dietro… Io ne ho da fare più di quattro passi ma mi ha fatto piacere portarti in giro per Novate e chissà quante volte abbiamo camminato insieme.