Don Paolo corre per le strade come un esperto camionista a portare aiuti alla sua gente
L’abito non fa il monaco si sente dire spesso ed in questo caso più che mai. Ci si sveglia presto a Baranzate. Come tutte le mattine. E ci si sveglia mica e solamente per far suonare le campane in questo territorio dove la multietnicità si abbraccia a far muro di cinta ad una parrocchia che tiene insieme senza escludere nessuno e allora in giorni che non conoscevano quarantene e zone rosse la potevi vedere questa multietnicità raccolta sotto una sola parola…la solidarietà.
Ci si sveglia presto a Baranzate e Don Paolo non riesce a stare fermo. Sente i silenzi della sua gente. Le necessità nascoste di chi resta chiuso nelle stanze. E allora tra preghiere e segni della croce prende tra le mani le chiavi di un pulmino che se ne sta fermo e ben parcheggiato tra le mura della parrocchia e si arma di forza e parte in direzione dei supermercati.
Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe farlo. Che lo stato si sta già preoccupando. Che le restrizioni valgono per tutti. Don Paolo conosce i rischi del mestiere. Un prete sa indossare anche abiti che non dicono chi sia e trasforma la carità di Dio in solidarietà verso chi non può muoversi per andare a fare la spesa e non perché sprovvisto di un’auto ma perché non ha soldi da spendere per quelle necessità a cui tutti dovremmo accedere in situazioni come queste. Percorre le strade in un pellegrinaggio alimentare a garantire il bisogno a chi perennemente ai margini ora più che mai rischia di sconfinare nella disperazione di un periodo storico che non avremmo mai voluto conoscere e soprattutto vivere.
Si reca dove le donazioni riempiono carrelli e si ferma aprendo le porte del suo pulmino come è sempre stato abituato a fare aprendo le porte della sua parrocchia a tutti quelli che ci andavano a bussare. Non ha paura di questo male invisibile che si insinua nelle nostre vite proprio in quei gesti che siamo sempre stati abituati a fare. In abbracci e baci e carezze e pacche sulle spalle. Don Paolo non ha mai tenuto le distanze. Le ha combattute e vinte ed è sempre stato vicino alla sua gente. Oggi corre sulle strade che sembra un camionista e carica e scarica come il più esperto dei magazzinieri. La sua gente lo aspetta e sono poveri e anziani e senza lavoro o chi il lavoro l’ha perso perché in questo periodo succede anche questo e succede ad un sacco di gente.
Non conosco Don Paolo ma me lo hanno raccontato e da questa scrivania da dove sto scrivendo mentre faccio la mia parte per garantire le scorte alimentari mi sento di abbracciarlo perché mi sembra giusto farlo e perché non si è tirato indietro e con le suore della sua Parrocchia in qualche modo questo male invisibile lui e le suore e le sue educatrici lo stanno combattendo da una piccola parrocchia di periferia in una Baranzate che alle lotte silenziose è abituata.
Nanni Mattia Pascale Brandi