Voglio raccontarvi che cosa mi capitò la notte di San Silvestro di qualche anno fa
Non amo fare baldorie la notte delle consegne tra l’anno che fu e quello che verrà. Sento forte lo scorrere del tempo che respiro pur non essendo completamente mio. Tocco con mano il mistero che avvolge l’ universo e l’intera umanità. Voglio raccontarvi ciò che mi capitò la notte di san Silvestro di qualche anno fa. Me ne stavo, silenzioso, a pregare, nella penombra della chiesa. Sull’Altare, incastonata in una croce di legno, troneggiava l’Ostia consacrata, il regalo più bello che Gesù volle fare all’umanità. L’Eucarestia: mistero immenso che in 20 secoli abbiamo sfiorato appena. Riflettevo. Contemplavo. Adoravo. Mi sentivo, come spesso mi accade, immensamente piccolo e incredibilmente grande. Sentivo passare sulla mia carne il tempo che non cessa di invecchiarmi. Tempo prezioso, prepotente, umile. Scorre una sola volta e non vuol saperne di tornare indietro. Tempo bello, dignitoso e forte.
Mancava poco allo scoccar della mezzanotte e già scoppiavano i petardi. Non ho mai capito perché la gente fa baccano la notte di Capodanno. Sarà forse per l’ ancestrale paura del futuro ignoto, o forse chissaché. L’uomo, nella sua grandezza, rimane un enigma da decifrare. Magari – pensavo – vuole ingraziarsi l’anno nuovo con cui dovrà convivere. Il vecchio, non avendo più potere, già non gli interessa più. Povero anno stanco e malandato! Quanta ingratitudine deve assaporare. Mi fa paura l’uomo quando ragiona in questo modo. Quando si fa servile con i potenti e tiranno con i deboli; quando trascura l’essere e si rende schiavo dell’avere. Mi fa paura quando, pur di raggiungere un traguardo prefissato, calpesta amici e conoscenti. Quando si tura le orecchie per non sentire la voce di chi gli chiede aiuto. Come tutti i vecchi, anche l’anno che moriva mi faceva tenerezza. Decisi, allora, di rimanergli accanto e fargli compagnia. “ Non te la prendere – gli sussurrai – sai bene come sono fatti gli uomini. Non siamo cattivi, no, ma solo un poco strani. Capaci di gesti grandiosi e di azioni meschine. Ci inteneriamo per un gattino maltrattato e, magari, non ci accorgiamo di un bambino che piange per la fame. Tante persone, sai, sono veramente belle; altre, purtroppo, lo sono un po’ di meno. C’è chi si inchina davanti al debole e resiste al prepotente. E dà ragione solo a chi ha ragione, anche se non è suo amico. Persone stupende con le braccia lunghe per donare e sempre senza mani quando si tratta di arraffare. Purtroppo nel mondo c’è anche chi si schiera sempre col più forte e non capisce che l’autorità è servizio. Chi, per interessi personali, è capace di distruggere il creato e le creature”. “Grazie – mi disse il vecchio con un fil di voce – Poiché sei stato buono con me, ti svelerò un segreto. Promettimi, però, di non raccontarlo mai. Guardami, ti prego, in volto quando giunge mezzanotte”. Controllai l’orologio: mancavano pochi istanti. Il frastuono dei botti si faceva sempre più intenso e l’odore dello zolfo dei petardi penetrava in chiesa. Fissavo con attenzione il mio amico e a un tratto rimasi stupefatto: il vecchio si trasformò alla velocità del lampo. Agilissimo, gettò via la barba e la parrucca. Raddrizzò la schiena curva e divenne un giovanotto bello, alto e vigoroso. Poi scomparve. Non lo vidi più. In quel preciso istante milioni di persone presero a brindare, a cantare, ad abbracciarsi. Sembravano felici. Forse lo erano. Qualcuno piangeva dalla gioia. Era una scena stupenda da vedere. Compresi la lezione. Non ci sono anni vecchi da cacciare e nuovi da osannare. È sempre lui, il tempo, che galoppa tra le stelle e viene a baciarci, donandoci e rubandoci la vita. È sempre lui che come un fiume corre veloce verso il Mare. E, per allontanare dagli uomini l’angoscia che li opprime, inventò la notte di san Silvestro e Capodanno. Tanti auguri, amici carissimi e preziosi. Per amor vostro vengo meno alla parola data e vi svelo ciò che non avreste dovuto sapere mai. Buon anno, compagni della più bella avventura che nessun genio al mondo avrebbe potuto immaginare mai. L’ incredibile avventura della vita.
Padre Maurizio Patriciello