Ma perchè il prossimo anno non andiamo a piedi a Santiago Di Compostela?
Cosa mi abbia spinto a fare il Cammino di Santiago, ancora non lo so. È cominciato tutto per scherzo, ad agosto del 2018, in Trentino, zaino in spalla, vette altissime, una promessa importante e 4 amici: “ma perché il prossimo anno non andiamo a Santiago di Compostela!?”, e così la nostra avventura è iniziata li, tra l’eco delle montagne. Tornati a casa quello scherzo ha cominciato a prendere forma, abbiamo coinvolto altri 2 pazzi… e quindi 6 amici, 3 coppie e via… che l’avventura abbia inizio.
Sono partita non sapendo bene cosa avrei vissuto, perché puoi leggere mille cronache del Cammino, confrontarti con chi l’ha già fatto, ma mai saprai quello che stai per vivere.
Ho riempito lo zaino di quello che pensavo fosse lo stretto necessario, ed invece, visto il peso, avevo decisamente portato troppe cose ma l’anima e il cuore erano pronte ad accogliere tutto quello che il Cammino era disposto a regalarmi, perché qui non hai limiti di spazio e di peso.
E così passo dopo passo, il Cammino mi ha insegnato a camminare da sola, ad andare avanti nonostante il dolore alle gambe.
Mi ha insegnato ad ascoltare il rumore della natura, e quello dei pensieri.
Mi ha insegnato che un sorriso e un “Buon cammino” possono cambiarti la giornata (BUON CAMMINO E NIENTE PAURA!!!!!).
Mi ha insegnato a seguire la freccia giusta e a ritrovare la strada.
Mi ha insegnato che se manca l’essenziale non vivi bene, e per questo sei disposto a lasciare tutto quello che hai costruito pur di trovarlo.
Mi ha insegnato la gratuità dell’aiutare l’altro. Viviamo in un mondo dove non conta la sostanza ma solo l’apparenza, e li ti rendi conto che dire o sentirsi dire GRAZIE è la ricompensa migliore.
Mi ha insegnato che il vero “cammino” non finisce in quella piazza piena di gente che canta, dove respiri tanta Gioia ma inizia quando torni a casa, quando devi ricominciare ad affrontare la quotidianità con uno spirito diverso.
Tornata a casa il Cammino è cominciato a mancarmi, ogni giorno di più, ho perfino rimpianto il dolore lancinante delle ginocchia. Tante volte avrei voluto tornare in quella Cattedrale, sentire l’odore dell’incenso e riabbracciare San Giacomo.
Nella frenesia delle giornate, cerco di fermarmi e provo a sentire il rumore dei passi, il fruscio delle foglie e l’odore dell’oceano… improvvisamente sento tutto, torno sulla strada e SORRIDO….
Buon cammino a tutti e niente paura.
Ultreya
Lorenza Castagnacci
Fate in modo che sia una vera festa – perch il matrimonio una festa – una festa cristiana, non una festa mondana! Il motivo pi profondo della gioia di quel giorno ce lo indica il Vangelo di Giovanni: ricordate il miracolo delle nozze di Cana? A un certo punto il vino viene a mancare e la festa sembra rovinata. Immaginate di finire la festa bevendo t ! No, non va! Senza vino non c’ festa! Su suggerimento di Maria, in quel momento Ges si rivela per la prima volta e d un segno: trasforma l’acqua in vino e, cos facendo, salva la festa di nozze. Quanto accaduto a Cana duemila anni fa, capita in realt in ogni festa nuziale: ci che render pieno e profondamente vero il vostro matrimonio sar la presenza del Signore che si rivela e dona la sua grazia. la sua presenza che offre il “vino buono”, Lui il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente. E’ la presenza di Ges in quella festa. Che sia una belle festa, ma con Ges ! Non con lo spirito del mondo, no! Questo si sente, quando il Signore l .