In ginocchio per la pace: Lo straodinario gesto profetico del Papa
“Vi chiedo come fratello: rimanete nella pace. Andate avanti, ci saranno problemi, ma occorre andare avanti. Voi avete avviato un processo: che finisca bene. Ci saranno lotte fra voi, ma anche queste siano dentro l’ufficio: davanti al popolo le mani unite. Così, da semplici cittadini, diventerete padri di Nazione. Permettetemi di chiederlo col cuore, con i miei sentimenti più profondi”
Queste le parole del Papa prima di inginocchiarsi davanti al presidente del Sudan Salva Kiir e i vicepresidenti designati, tra cui Rebecca Nyandeng De Mabior, vedova del leader sud sudanese John Garang, e Riek Machar, leader dell’opposizione. Saranno loro, secondo l’accordo sottoscritto il 12 settembre scorso ad Addis Abeba, a garantire la fase di transizione con il nuovo governo che dal 12 maggio proverà a portare il Paese fuori da un conflitto civile tra le varie etnie che sta causando morte e distruzione da anni.
Da quando è stato eletto, Papa Francesco ci ha abituati a gesti fortissimi, sconvolgenti, “estremi”. Anche in questo caso la sua tenacia profetica in nome della pace ha colto di sorpresa tutti noi. La sua profezia è proprio quella evangelica, quella che alle urla preferisce il dialogo, alla tentazione della forza l’umiltà del servizio! Molti avranno da obiettare, preferendo una Chiesa che tuoni dall’alto, mentre io ribadisco che lo stesso operato di Gesù era sconvolgente e rivoluzionario.
Il gesto mi ha fatto venire in mente una canzone degli U2 di fine anni ’90 contenuta nell’album Pop (1997). Il pezzo si intitola Please e fa riferimento alla tormentata vicenda irlandese e al conflitto interno col governo britannico, soprattutto per la situazione dell’Irlanda del Nord. In nome della pace la band chiede in ginocchio di dimenticare le divisioni e di pensare al bene del popolo, l’unico che soffre veramente le travagliate vicende
A corredo di quest’articolo inserisco dunque un video della canzone