Grazie, Capitano Astori!
Nei tempi più recenti ho spesso mostrato le mie rimostranze verso il mondo del calcio, arrivando quasi a detestare uno sport che ho amato alla follia da ragazzo. Ma è da domenica scorsa che sto notando qualcosa di nuovo e di diverso, che mi fa pensare che c’è speranza anche in quell’ambiente. È incredibile come la morte di un calciatore bravo, pulito e onesto possa portare improvvisamente una momento di bellezza e di bontà: campionato sospeso, interventi di calciatori italiani e esteri, un minuto di silenzio sui campi di Champions League, dedica di Buffon dopo la vittoria, addirittura la Juventus che porta tutta la squadra al completo dopo il match con il Tottenham e i tifosi della Fiorentina che li applaudono, cessazione momentanea della guerriglia verbale delle elezioni politiche…
Astori era un bravo ragazzo, uno di quelli che lottava nel silenzio per il bene della maglia che indossava, per la fierezza della vittoria e per dignità di una sconfitta. È morto poco più che trentenne, nel sonno, lasciando una moglie e una figlia. Rappresentava il volto pulito del calcio e ha saputo trasformare quel mondo in quello che avremmo sempre voluto che fosse, anche se forse per poco. Grazie Capitano!