Quando incontrai Giovanni Paolo II, scrissi questa poesia “col pianto nelle gambe”
Oggi è la festa di San Giovanni Paolo II, il Papa col quale siamo nati e cresciuti noi quarantenni e cinquantenni di oggi (forse anche i trentenni, dai).
Qualche giorno fa il bravo Pasquale ha qui ricordato l’anniversario della sua elezione al soglio pontificio.
Io voglio oggi ricordarvi la poesia che scrissi dopo averlo incontrato nel maggio del 2003, grazie al fatto che allora ero responsabile nazionale dei Giovani del Movimento per la vita Italiano.
Ricordo ancora la lunga fila per salutarlo, le gambe tremolanti, la mente in un turbinio di idee su cose da dirgli quando sarei stato lì davanti e poi, una volta al suo cospetto, ho saputo solo mettermi in ginocchio, guardarlo e dirgli: “Grazie”.
Ridirei solo questo ma riscriverei pure questa poesia:
In ginocchio da Te
In ginocchio da te
finalmente
questa lunga e indegna attesa
e poi qui
col pianto nelle gambe
che non reggono
l’emozione
cuoricino fragile
In ginocchio da Te
coi capelli sistemati
per la grande occasione
ed attorno tutti e nessuno
eccomi
Santo Padre
col mio carico di povertà e vuoto
eccomi
e tutto quello che vorrei dirti
è qui racchiuso
in un sorriso
in un Grazie
Giorgio Gibertini
25 maggio 2003
bellissima