Ho capito che cosa vuol dire essere Missionario
Padre Marco è stato venticinque anni missionario in Guinea Bissau e ora invece è tornato a Roma per gestire una casa del Pime in zona Pineta Sacchetti.
Prende la parola per l’omelia dal pulpito della nostra Parrocchia San Lino e subito si capisce di che stoffa è fatto: quella, diresti, dei missionari di una volta.
L’omelia è fatta a racconti. Ricorda che quando partì per la Missione gli fu data solo la Croce e dicendolo mostra a tutti noi un crocifisso: “Solo questa – dice convinto – e non il Vangelo sapete perchè? Perchè il Vangelo siamo ognuno di noi”.
Poi spiega di quando un bambino gli ha insegnato che cosa volesse dire essere Missionario.
“Era il Natale del 1992 – ricorda Padre Marco – e da noi in Guinea Bissau è usanza mettere una grossa cesta davanti all’altare e tutti donano quello che hanno. C’è chi porta pane, chi altro da mangiare, chi pochi spicci, chi dei vestiti. A un certo punto ho visto un bambino piangere, quasi disperato. La sua mamma si è chinato su di lui, gli ha sussurrato qualcosa nell’orecchio e il bambino, con un sorriso splendente, si è buttato nella cesta, come dono. Aveva capito che cosa voleva dire essere missionario: donare se stessi. Non aveva altro che se stesso e così si è buttato direttamente anche lui.”
Grazie Padre Marco, grazie a tutti i Missionari. Oggi ho anche io capito che cosa vuol dire essere missionario
Io ho un’amica suora missionaria del Pime in Guinea Bissau, Sr. Alessandra Bonfanti e sicuramente hanno lavorato insieme. Salutami padre Marco.