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Figli grandi: rientrano alle 3 di notte e la mattina dormono….

Estate. Ore 12.  Marito con libro su lettino da spiaggia e figli a dormire a casa.  Sono usciti ieri sera e hanno fatto tardi. E la mattina dormono. Li ho sentiti, fratello e sorella  rientrare verso le tre di notte. Serata estiva in posto di mare, discoteca in spiaggia e cornetto caldo. Ho sentito lo scatto della serratura, li ho sentiti parlare e ridere e finalmente sono riuscita a dormire tranquilla.

Rifletto e ricordo quando  gli orari li gestivamo noi genitori: spiaggia al mattino presto, pranzo a casa e riposino, spiaggia pomeriggio, doccia, giretto e ninna presto…  Eravamo in grado di organizzare giochi, divertimento, compiti delle vacanze e riposo. Faticoso, ma dava un senso di compiuto.  Ora  hanno più di 20 anni e vivono  questa età come i loro coetanei. Si organizzano da soli e devono farlo. Ma che fare quando vediamo che l’organizzazione non porta a nulla? Tempo perso con il cellulare che deconcentra anche  quando studiano o quando dicono che ti ascoltano mentre scrivono  sulla microtastiera dello smartphone ?  Sempre in bilico fra  il predicozzo e il “lasciamoperdere”. Un dilemma per  noi , genitori di postadolescenti, ancora studenti universitari,  adulti per molti aspetti ma fanciulli per altri. L’istinto sarebbe di continuare a proteggerli, organizzando tutto con l’occhio  esperto di noi già da moooooooolto tempo adulti ma la ragione  suggerisce di lasciarli provare, magari facendoli sbattere contro qualche bell’ostacolo,  sperando che in quel momento ricordino gli insegnamenti e gli esempi ricevuti.  

E allora la notte estiva, che passano facendo tardi con gli amici un  po’ spaventa, così come  la macchina guidata di sera, sperando che ricordino i danni che provoca l’alcool.  La loro fatica di crescere è parallela alla nostra fatica di imparare ogni giorno a essere genitore  di un figlio adulto. Retrocedere con la propria ombra pesante di genitore e lasciar risplendere la loro  florida giovinezza ma tenendo sempre gli occhi e i sensi all’erta per capire se  è opportuno intervenire, anche solo per fare da spalla ad una confidenza o per correggere qualcosa. Ma come correggere ? Mostrare con il dialogo cosa non approviamo, ascoltare e discutere le loro ragioni. Un errore che non si dovrebbe fare è adeguarsi a nuove abitudini, o a nuove idee se profondamente discordanti dalle nostre, soltanto per pigrizia e poca voglia di discutere. Un genitore indebolito non è ciò che vogliono i nostri figli. Meglio una franca discussione, nella quale civilmente ed educatamente si spieghino le ragioni e i punti di vista. Non è necessario essere d’accordo ma importante è dare l’esempio su come ci si rapporta nelle relazioni umane, specialmente quelle affettive.   Figli adulti in casa, abituati a collaborare e con un buon dialogo. Non ci sono  problemi seri.  Ma ciò non toglie l’ansia  a noi genitori che dormiamo male fino a che non rientrano…  Se ne uscirà mai?

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