Il mio personale ricordo di Paolo Villaggio come uomo e come artista
Paolo Villaggio fa parte della mia vita. Lo sto facendo conoscere e apprezzare anche a mia figlia.
E’ una delle poche persone che mi ha fatto sempre ridere, sorridere, distrarmi, rilassarmi. E, ne sono sicuro, lo farà finché campo. E non certo per la sua comicità più grottesca e banale e credo più nota; ma per la sua genialità, a mio avviso assoluta, di osservare, inquadrare ed esasperare innumerevoli circostanze e ruoli, spesso identificativi e coincidenti ai nostri, comicizzandoli con una originalità e professionalità unica, da grandissimo artista della risata e della commedia, come ormai non ne nascono più.
Il mio giudizio sulla persona, per quanto possa permettermi di farlo, cambia; direi radicalmente. Nelle sue interviste e da quanto riportato da chi lo ha conosciuto e frequentato ne emerge un personaggio a mio avviso piuttosto sgradevole, antipatico, scorbutico. Anche politicamente e ideologicamente l’ho sempre ritenuto ai miei antipodi. Ciò non ha però mai intaccato la mia stima per l’artista e per i suoi personaggi, che poi sono inevitabilmente anche aspetti della persona stessa.
Personalmente, a 5 anni, lo incrociai piuttosto fortuitamente, allora completamente ignaro di chi avessi davanti.
Cortina, 1980. Mi infilo senza avvisare mio padre in un bagno di un rifugio sulle piste. Mio padre mi rincorre ma non sapendo dietro quale delle 2 porte dei servizi fossi chiede a voce alta “Paolo, dove sei?? Esci!!” Dall’altra porta esce Paolo Villaggio, perfettamente vestito da sci, dicendo: “ma non si può neanche andare in bagno in pace!!” E mio padre: “ma allora è vero che anche Fantozzi scia!!” E lui: “certo, cosa crede?!? Guardi che io scio dal…” .
RIP Paolo Villaggio, e grazie ancora.
Paolo Ciotti