Grazie di tutto, Francesco!
Si può tranquillamente sostenere che ieri sera si è chiuso un altro pezzo importante di un’epoca ormai lontana nella storia del calcio. Un’epoca che si chiuderà definitivamente quando le scarpette al chiodo le appenderà Gianluigi Buffon. Ieri ha lasciato il calcio Francesco Totti.
Nonostante nel passato abbia mal sopportato la sua tracotanza, oltre al fatto che lui abbia avuto durante la sua carriera diverse uscite a dir poco vergognose (la palma va allo sputo in faccia a Poulsen durante l’Europeo del 2004, a seguire il calcione sugli stinchi di Balotelli, che lo aveva saltato in azione in una finale di Coppa Italia, o la vena polemica che lo portò al suo addio alla Nazionale) che mal si associano ai gesti di un campione, non posso negare che un filo di malinconia ha colto anche me, incallito tifoso juventino.
Francesco Totti appartiene ad una generazione che difendeva le bandiere, ed è uno dei pochi che ha portato in Italia la fantasia al potere. Alcuni suoi gesti atletici sono poesia nella storia del calcio (indimenticabile il “cucchiaio” in Italia-Olanda di Euro 2000 e il magnifico goal nel derby romano del 2002). Carismatico e strafottente, trascinatore e leader assoluto, forse non ha meritato il trattamento che gli ha riservato Spalletti, anche se lui negli ultimi tempi era diventato più un peso che una risorsa per la Roma. Nonostante questi strascichi polemici, e una carriera un po’ magra di soddisfazioni (un unico, ma indimenticabile, scudetto nel 2001, due coppe Italia, due supercoppe italiane, e soprattutto il Campionato del Mondo nel 2006), Totti è l’immagine di un campione legato più ai suoi colori che agli albi d’oro. Ieri sera c’era gente commossa che piangeva il suo addio al calcio, e lui stesso non riusciva a contenere la commozione. Un legame profondo e duraturo che solo un grande amore può spiegare!
Non ti chiamo “capitano”, ma grazie per aver reso più bello il mondo del calcio, Francesco!