Buona Festa del Papà soprattutto a te che sei stato un papà prezioso
Un giorno , sei decenni fa, sei diventato il mio papà. Sono nata fra le mani di medici e ostetriche, da una mamma che mi ha proiettato nel mondo. Tu non mi hai vista subito, non era costume allora, non c’erano nursery con vetri speciali. Ma sono nata con un voto che avete fatto alla Madonna di Pompei, scegliendo me, se ci fosse stato pericolo al parto. E come me sono nati altri fratelli , cinque, tutti maschi. Ti vedevamo poco, lavoravi molto perché la famiglia era numerosa. Tornavi a casa per il pranzo ( allora si faceva) e noi dovevamo aspettarti per mangiare insieme. Che pazienza dovevi avere, tu iracondo di carattere, per sopportare schizzi di minestrine, bicchieri di acqua versati, lagne sul cibo-che-non-mi piace…sei bambini a tavola tutti insieme! Ricordo che un giorno portasti a casa bicchieri e piatti di plastica ( una novità per gli anni ’60!) così non avremmo continuato a rompere quelli di vetro e coccio. Sai cosa ho imparato da quel gesto? Avresti potuto bandirci dalla tavola dei grandi, come si faceva una volta, e farci mangiare separatamente, magari imboccati a turno, invece hai inventato un sistema per continuare a stare tutti insieme.
Non eri espansivo, non si usavano carezze e coccole come ora. Non hai mai cambiato un pannolino, o spinto un passeggino, ma eri una figura potente e presente. Era un momento magico quando leggevi ad alta voce le pagelle di scuola, o le letterine di Natale e Pasqua scritte da noi e messe sotto il tuo piatto. Ti vedevo bello e alto, con la tua barba a pizzetto ottocentesco, le spalle possenti e la voce da tenore di operetta quando cantavi le canzoni romane che ti piacevano tanto. Crescendo, in adolescenza ci siamo messi in contrasto, io con le mie idee politiche diverse dalle tue, il mio ’68 studentesco, le mie minigonne mal digerite, ma la tua figura era presente, come raffronto alle mie incertezze, come qualcuno al quale avrei sempre dovuto rendere conto e che mi guidava comunque nelle scelte importanti. Non a voce, non con le liti che non mancavano, ma con i valori che mi mostravi ogni giorno, la fede in Dio, la lealtà, la perseveranza nell’impegno… Vedevo i tuoi occhi azzurri come i miei che mi guardavano severi e presenti anche quando eri assente. Ho sentito le tue lodi indirette per i miei bei voti all’università, per la mia laurea, ho sentito la tua emozione mentre mi accompagnavi all’altare, verso l’altro uomo della mia vita. Ho sentito la tua voce tremula di persona ormai anziana dire “ sono orgoglioso di te” perché avevi visto una mia intervista alla Tv. Ti ho abbracciato molte volte negli ultimi anni della tua vita, per prenderti su dal letto e aiutarti nel cambio di biancheria. Eri diventato leggero, a volte non mi riconoscevi verbalmente, ma intuivo il lampo di gioia, quando mi vedevi, nel tuo sguardo sempre azzurro e limpido, anche se perso nei meandri di ricordi antichi. Ti sei lasciato amare finalmente, come hai amato me e i miei fratelli, senza troppe parole ma molti fatti. E al compimento del tuo viaggio, ci hai lasciati con serenità e il sapore di aver avuto e vissuto un papà prezioso. Buona festa del Papà.