Ai muri preferisco le pareti
Fatto di mattoni o pietre: il Muro. In questi giorni si parla molto del muro di Trump, divisione e chiusura fra USA e Messico. Non voglio discutere di politica, qui, ma di significato di muro. Non solo di questo muro, ma dei muri virtuali o reali che affollano il nostro linguaggio e purtroppo anche la geografia del nostro pianeta.
Pensando ai muri, se andiamo indietro nel tempo, viene subito in mente la Grande Muraglia fortificazione che nasce dal 200 avanti Cristo con il proposito di difendere la Cina dalle invasioni. Ragionevole a quei tempi, costata migliaia di morti ma oggi diventata patrimonio dell’UNESCO.
Poi arrivano altri muri, meno giustificabili, come il Muro di Berlino,che ha impedito per quasi 30 anni la comunicazione fra le popolazioni di Berlino Est e Ovest, abbattuto con festa grande come atto di fratellanza e democrazia oppure il muro in Irlanda, il muro che divide ebrei e palestinesi, ma ce ne sono molti altri. Il muro però compare molto spesso anche nel linguaggio corrente, e frequentemente come figura di ostilità e comunque negativa: muro di silenzio, muro di gomma, alzare il muro, sfondare i muri a testate, dare la testa al muro, mettere al muro, mettere con le spalle al muro, muro contro muro… ce ne saranno sicuramente altre. Sembra quasi che la difesa e l’ostilità siano connaturate con l’uomo, sembra naturale essere uomo contro uomo.
Io preferisco le pareti ai muri. Fatte delle stesso materiale (pietre,mattoni, calce, cemento ecc..) in pratica con la stessa forma dei muri ma diversissime da essi, le pareti sostengono, dividono ma non impediscono, delineano le costruzioni ma hanno porte e finestre. E’ una questione di apertura.
Ma quando critichiamo i muri del mondo, semplice farlo per qualcosa lontano da noi nello spazio e nel tempo, allora dovremmo pensare anche ai nostri muri, quelli che magari abbiamo alzato proprio noi o quelli che ci hanno alzato davanti agli occhi. In ogni ambito della nostra vita possiamo trovarne. E che zuccate ci si danno!! I nostri difetti, le impuntature, le rigidità…. I nostri muri. Se ne troviamo, proviamo a trasformarli in pareti. Apriamo porte e finestre, – accoglienza -, lasciamoci arrampicare piante verdi – speranza nel futuro –dipingiamoli di un bel colore- guardiamo positivo. E magari costruiremo un muro portante e non divisorio…..
Maria Rosaria Milana