Brexit è come quel figlio che dice al Padre: “Dammi ciò che mi spetta che me ne vado”
Brexit, non si sente dire altro in questi giorni. Ha offuscato persino il campionato europeo. Ma dietro questa sigla c’è un’enormità. Il Regno Unito non vuole stare nell’Unione Europea, la Scozia non vuole stare nel Regno Unito se questo non sta nell’UE… il Regno Unito si disunisce? Questo schiaffone politico all’Unione Europea cosa cela? Tutti dubbi che i cittadini normali, quelli che non vivono seguendo spread, tassi, borse, ecc. soffrono come me confusi e un po’ spaventati. Chi ha meno di 65-70 anni è cresciuto con l’idea, e anche a volte la dimostrazione che Europa è bello, è sano, è conveniente. La libera circolazione dei cittadini, delle merci, i progetti Erasmus, niente più passaporto, niente dogana. Sembrava più semplice. Chi non trova lavoro in Italia, beh andrà in Europa, tanto con una due ore di aereo si raggiunge ovunque. L’Europa, a tutela della democrazia, contro la pena di morte, così sembrava. Ma qualcosa non era vero, o forse non era vero per tutti. Nell’era del crescente benessere materiale, senza una crescita parallela dello spessore morale ed etico, si stanno disgregando i principi di base della fratellanza a scapito dell’individualismo, dell’etica a scapito del profitto, della progettualità familiare a scapito dell’estemporaneità delle scelte. La UE nasce a poco a poco dopo i disastri delle due guerre, trovando terreno nella voglia di ricostruire qualcosa di diverso dopo l’orrore del nazismo, dapprima nasce solo come alleanza economica, ma poi si tenta l’ integrazione sociale, la protezione dei consumatori, la politica umanitaria europea. Questa mentalità che ha portato all’uscita dall’UE , per motivi che non comprendo appieno, non essendo una politologa, economista o sociologa, si è invece nutrita, e ha nutrito i votanti , di negatività – odio e ostilità contro gli immigrati – e di avidità – tornerete ad avere i vostri soldi-. Si è fatto leva su sentimenti individualisti, nostalgia di potere e primato economico. Tutte umane debolezze sulle quali è facile fare breccia, specialmente in un’epoca che regala poche sicurezze. Non ho una risposta a nessuna delle mille domande sull’oggi e sul futuro, ma mi è subito venuta in mente la parabola del figlio che dice al padre “ dammi ciò che mi spetta e me ne vado”. Pensava di andare a star meglio, di avere successo e fortuna ma conosciamo tutti cosa succederà poi a quel figlio nella vita reale. Speriamo che gli abitanti del Regno Unito ( mai chiamarli Inglesi!) trovino un Padre pronto ad accoglierli se mai dovessero raccogliere i cocci di questa scelta.
Maria Rosaria Milana