India, vescovo cattolico dona rene a indù
Checché se ne dica, l’anno giubilare della Misericordia voluto e istituito da papa Francesco sta producendo i suoi frutti, sia sul fronte ecclesiale che su quello laico o – più genericamente – mondano.
Giunge infatti notizia dall’India che monsignor Mar Jacob Muricken (53 anni), vescovo ausiliare della diocesi di rito siro-malabarese di Palai, nello Stato meridionale del Kerala, ha deciso di donare un rene a un indù, il trentenne Suraj, in dialisi da tempo e in grave pericolo di vita poiché nato con una grave patologia renale. Un anno e mezzo fa gli venne comunicato dai medici che solo un trapianto avrebbe potuto salvarlo. Tuttavia, sia la madre che la sorella sono risultate incompatibili e, nel tempo trascorso sinora, la famiglia ha dovuto vendere la casa e il terreno per garantirgli cure essenziali, accentuando una condizione di estremo disagio umano e sociale.
Il vescovo ha apertamente dichiarato di avere aderito all’invito evangelico «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha» (Luca 3,11). Motivando la sua coraggiosa ed esemplare scelta, il monsignore ha precisato di non volerne fare un «caso», ma semplicemente di voler offrire un «esempio per i cattolici nell’Anno giubilare della Misericordia, ma anche un concreto segnale di fratellanza senza barriere di fede».
Le agenzie internazionali riferiscono che l’intervento era stato programmato per ieri, mercoledì 1° giugno 2016, presso il Lakeshore Hospital di Kochi, nello stesso Kerala.
Critiche si leveranno e, in realtà, si sono già levate da gruppi e persone ostili al gesto, date anche le sue caratteristiche «interreligiose». Di fatto, queste si commentano da sé: monsignor Muricken ha compiuto il suo atto coraggioso e disinteressato, gli altri – immobili – sparlano…
A noi non rimane che contemplare la totale applicazione della «logica dell’amore e della gratuità» (papa Francesco, Il nome di Dio è Misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli; Piemme, Milano 2016, p. 103) che si evince dal gesto del vescovo indiano, consci che «Ce l’ha detto Gesù stesso, spiegando quale sarà il protocollo sulla base del quale tutti saremo giudicati: ogni qual volta avremo fatto questo al più piccolo dei nostri fratelli, l’avremo fatto a Lui (Matteo 25,31-46)» (pp. 108-109).
Andrea Menegotto