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L’importanza della Memoria e del Ricordo!

La fine di Gennaio prevede la Giornata della Memoria, mentre il 10 febbraio si celebra la Giornata del Ricordo. Due orrori messi a confronto, in cui si è consumata una tragedia umana devastante. La memoria e il ricordo sono i moniti per non ripetere più simili errori e rafforzare in noi il sentimento d’amore per l’umanità.
Per me memoria e ricordo mi danno l’occasione di riaprire il diario di famiglia. Mio nonno Domenico ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu chiamato dal Governo a combattere per la Patria in una guerra assurda. Lasciò a casa moglie e due figli. Dopo l’armistizio però fu catturato dai tedeschi in Jugoslavia. Gli proposero di combattere per loro. Lui si rifiutò. La sua Patria non era quella della razza ariana, e non voleva rendersi complice dei crimini nazisti. Fu fatto prigioniero in Germania, costretto a lavorare in una fattoria. Tutto sommato gli andò molto meglio rispetto a coloro che invece finivano nei campi di concentramento. Oggi ricordiamo il sacrificio di milioni di persone, uccise in nome di un’ideologia criminale, e mi ritrovo fiero di mio nonno! 
Ho imparato l’antifascismo dalle parole di mia nonna Filomena, che era una donna cattolica e democristiana, ma quando sentiva nominare Mussolini ancora ribolliva di rabbia. Ricordo che quando andavo a scuola e studiavo quella pagina della storia, le chiedevo di raccontarmi quel periodo. Rispondeva con rabbia, perché ancora ricordava le prepotenze, la violenza e i tedeschi nella città di Barletta…
Nello stesso tempo però detestavano il comunismo disumano, che livellava la popolazione sotto la rigida ideologia senza etica né senso dell’umano. Non mi hanno mai parlato delle Foibe ma si ricordavano che nello stesso palazzo dove vivevano, abitava anche un esaltato che si vantava di essere comunista, e ogni volta che li incontrava, e conoscendo la loro fede cristiana, li ammoniva dicendo: “Quando vinceremo noi, verremo nelle vostre chiese e le daremo fuoco”. Ogni primo maggio indossava un garofano rosso, e diceva: “Oggi è la NOSTRA FESTA”. Al che mio nonno gli ricordava che anche lui era un LAVORATORE! Detestavano l’ottusa chiusura, la fierezza di chi non ammette il dialogo e il confronto, di chi pensa di essere sempre a priori dalla parte della ragione.
L’insegnamento dei miei nonni è per me il patrimonio per poter conservare la civiltà e la democrazia. Ho imparato da loro il valore della libertà e del sacrificio per conservarla! E so che non si può buttare via!
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