cultura

Biancaneve e il doppio inganno della mela!

Ebbene si! Biancaneve fu ingannata due volte dalla strega la mela oltre ad essere avvelenata era pure un “falso” frutto….
Per comprendere come mai la mela non è un frutto dobbiamo prendere in analisi le parti del fiore da cui essa si sviluppa. Dal punto di vista botanico un frutto è l’effetto della modificazione dell’ovario a seguito della fecondazione. L’ovario è la parte inferiore del pistillo (gineceo), al cui interno sono custoditi gli ovuli. Cioè siamo proprio di fronte a un organo sessuale femminile, che deve aspettare la fecondazione da parte dei gameti maschili. Quindi, tutte le volte che da un ovario nasce una nuova struttura rigonfia, abbiamo un frutto. Se invece i frutti non derivano solo dallo sviluppo dell’ovario ma vengono fuori da diverse parti del fiore, abbiamo a che fare con dei falsi frutti. Il vero frutto della mela, in sintesi, è il torsolo dove sono contenuti i semi, mentre la parte che noi mangiamo è il “ricettacolo” che si è sviluppato durante l’estate dopo la fecondazione.

La protagonista della fiaba Biancaneve, nota anche come Biancaneve e i sette nani (titolo tedesco: Schneewittchen und die sieben Zwerge) di cui la versione attualmente conosciuta è quella scritta dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm in una prima edizione nel 1812, pubblicata nella raccolta Fiabe del focolare non sapeva che nel suo racconto fantastico un briciolo di verità vi fosse perchè è molto improbabile riuscire ad avvelenarsi con una mela non avvelenata, ma è bene sapere che i semi del cosiddetto “frutto proibito” contengono un composto chiamato amigdalina, una molecola a base di cianuro e zucchero. Se il seme viene masticato e rotto, gli enzimi umani (o animali) entrano in contatto con l’amigdalina e con la parte zuccherina della molecola, esponendo lo stomaco al velenoso acido cianidrico che a queste dosi è innocuo.

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