editoriali

Manca lavoro o non c’è voglia di lavorare?

Da diverse settimane internet pullula di articoli che lamentano disperati una ormai cronica e quasi drammatica carenza di personale e manodopera in quando tutti i settori lavorativi. Mancano camerieri, cuochi, operai specializzati, infermieri, medici, autisti, addirittura alcuni enti pubblici faticano a trovare impiegati. L’argomento mi incuriosisce assai e ho cercato di capire le cause di questa penuria di lavoratori in un Paese in cui la disoccupazione è sempre stato un problema non da poco. I commentatori ai vari articoli si dividono fra chi dà la colpa al reddito di cittadinanza per cui molti preferiscono rimanere a casa col sussidio piuttosto che lavorare e chi invece dà la colpa ai datori di lavoro che propongono orari da schiavi e paghe da fame.

Sicuramente una parte di ragione ce l’hanno entrambi “gli schieramenti”. Sono inoltre convinta che parte del problema sia dovuto anche all’inverno demografico che stiamo attraversando: se non si fanno più figli con il tempo ci sono sempre meno adulti che lavorino e facciano progredire il Paese. Ma continuando a riflettere forse ho capito qual è il vero motivo per cui nessuno cerca più un lavoro. Non si guarda più al futuro. Si vive solo il “ qui e ora” senza investire nel domani, per cui ad esempio i giovani cercano sono il modo di avere denaro sufficiente per godersi la vita e se il lavoro che viene loro proposto non si presta a ciò vi rinunciano .

Così i padri di famiglia cercano solo i soldi immediati per mandare avanti la baracca e pagare mutuo e spese per cui se perdono il lavoro non cercano di reinventarsi con corsi di formazione o nuove esperienze. E i ragazzi a scuola si limitano a portarsi a casa l’anno e il diploma senza vere prospettive e sogni. Provate a chiedere a un giovane “ cosa vuole fare da grande”. Nella migliore delle ipotesi risponderà “ lo youtuber” o qualcosa del genere. Nel caso peggiore non ne avrà la minima idea.

In conclusione non c’è più una visione del futuro. Non si ha più voglia di investire nel domani, anche a costo di fare sacrifici oggi, ci si accontenta dell’uovo oggi invece di cercare di ottenere la gallina domani. Perché ormai domina la paura che per avere la gallina si perda poi anche l’uovo. Abbiamo perso la fiducia nel
domani. Di conseguenza non riusciamo più a costruire questo domani e pensiamo che non ne valga la pena fare sacrifici per un futuro che non sappiamo cosa ci riserverà. È vero che il futuro ancora non esiste ma non esisterà mai se non cominciamo a crearlo adesso.

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