cultura

Dove sono le “influencer” e i “Fedez” per le donne dell’Afghanistan?

Dove sono le “influencer” da milioni di “followers”, i cantanti e gli attori di fama nazionale e mondiale, gli pseudo giornalisti politicamente corretti allo sfinimento, i famosi a prescindere da qualsiasi merito?
Sto cercando ovunque una chiara e netta presa di posizione contro il regime talebano in Afghanistan, dichiarazioni e appelli in difesa delle donne e delle bambine rapite, stuprate e torturate, richieste di aiuto e raccolte fondi in favore di un popolo schiacciato e oppresso.
Ma non trovo nulla.
Eppure, costoro sono molto bravi a gridare per il “metoo”, il “black lives matter”, il ddl Zan, o per eliminare le vocali discriminatorie alla fine delle parole. Ossia, sono eccezionali a combattere battaglie politicamente corrette e a tratti scontate.
I veri uomini e le vere donne si vedono quando c’è da metterci la faccia in questioni “scomode”, divisive, pericolose.
Ne deduco che lì in mezzo di veri uomini e vere donne ce ne sono pochi.
In realtà, sono personaggi che portano avanti battaglie etiche probabilmente solo per visibilità e per aumentare i propri seguaci. Ma che quando c’è da metterci la faccia in situazioni difficili, a favore di esseri umani che davvero rischiano di morire per mano di terroristi senza scrupoli, fingono indifferenza.
Per rimetterli al loro posto e riportarli al livello terreno non ci vorrebbe tanto.
Un semplice “defollow” potrebbe bastare.
Pensateci.

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