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Sull’attesa della stilografica e sull’eleganza del tempo lento -Post per pochi nostalgici

Mi sono regalata una stilografica, antica passione da poco ripresa.Con moto uguale e contrario a questo tempo che corre, rallento ogni gesto, anche la parola, così oggi mi sono presa il tempo per un mio desiderio.

Vestita d’inverno, sciarpa, cappotto e cuffia, esco di casa gustandomi la distanza e l’attesa. Lentamente mi fermo davanti alla vetrina. Osservo lentamente le penne, una a una, le trovo tra bellissimi mappamondi che mi distraggono, ma non ora. Entro e con fierezza dichiaro ” buongiorno vorrei una stilografica”. Mi accompagnano in una saletta con penne e altri oggetti per scribacchini, potrei passarci anni qui dentro con la stessa sete di Harry Potter nella biblioteca di Hogwarts. Chiedo di poter vedere delle stilografiche, il commesso è un amico e dico “fai tu”, sarebbe impossibile esprimere ciò che cerco : “un’estensione fiduciosa del mio sentire e un simbolo di buon auspicio per il futuro”.

Amo dire “fai tu”, una delega alla realizzazione mollando il controllo, una sottile richiesta di cura al femminile. Ogni volta che si apre la scatola, ecco l’attesa che aumenta curiosità e desiderio. Vediamo se questa penna risponde al mio momento, ai muti pensieri anche quelli più intimi. Sarà mia interprete, per questo è una scelta attenta e minuziosa. Sara’ mia compagna nei corsi, negli studi nelle poesie, scriverà di bisogni e tratti altrui, troverà ristoro fra libri e diari. Fa parte di me, per questo deve parlare di me e per me.

La cerco bella e interessante.Ne vedo diverse, tutte belle, ma nessuna risonanza. Non le tocco ancora,prima ne osservo attentamente l’estetica, una a una e aspetto.

Poi si apre la scatola, si svela lentamente. Eccola, resina gialla e pennino medio. Gialla come il sole, come la luce, come il sorriso,elegante ma non seria.La tocco, la impugno,la inclino. È lei. La porto a casa, quasi saltellando sotto i portici, con quella gioia infantile che riscopre l’ inaspettato e sorridendo di come solo le piccole cose sanno aprire porte magiche.Ho ripreso un filo, una vecchia mia parte, un oggetto che unisce distanze e ricordi in me.È un dono alle mie dita che guidano le parole,un dono ai miei pensieri che scorrono veloci, l’inchiostro fluisce come la mente. E poi appena sfioro il foglio, la danza inizia.Oggi desiderio avverato.

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