editoriali

Mille morti positivi al Covid e restiamo insensibili? No, non è così

Ieri sono decedute quasi mille persone positive al Covid-19.Ma l’attenzione di tutti (o quasi) era rivolta a cosa il governo ci permetterà di fare durante le festività natalizie.Siamo un popolo senza cuore, indifferente alla morte e al dolore di decine di migliaia di nostri connazionali e dei loro familiari?No. O almeno, la maggior parte di noi non lo è.

Penso, invece, che la realtà sia un’altra. Ossia, che quando si limita per mesi e in modo pesante la libertà dell’essere umano, abituato dalla nascita (o quasi) a una vita svincolata da restrizioni di movimento, e quando questa limitazione non sembra produrre i risultati sperati e non permette di scorgere la sua fine, una “sciocchezza” come vietare di uscire dal proprio Comune il giorno di Natale può diventare quella goccia che fa traboccare il vaso.E non è che le persone che si lamentano dovrebbero andare nelle corsie delle terapie intensive per capire cosa succede. Perché è la stessa storia delle immagini dei tumori al polmone e delle scritte anti fumo appiccicate sui pacchetti di sigarette. Vi pare forse che gli Italiani fumino di meno da quando hanno immaginato questa strabiliante campagna anti fumo? No. O se ne disinteressano o hanno comprato le scatoline porta sigarette.

E così è anche per il virus. Per chi non lo vive con sofferenza, è qualcosa di lontano, che dopo mesi di battaglie (per lo più perse) non si vede come una minaccia così grave e attuale.

Soprattutto se l’età è assai lontana da quella media di chi, ogni giorno, muore.Questo è. Piaccia, o no.

D’altronde, pensate che gli uomini primitivi siano sopravvissuti e si siano moltiplicati ed “evoluti” nelle civiltà che ora occupano il pianeta perché sono stati generosi e altruisti, o egoisti e prevaricatori?Non cerchiamo di descriverci diversi da come siamo. Ognuno tende a pensare ai suoi, di problemi, molti dei quali sono stati creati dalla situazione dell’ultimo anno.

E la solidarietà collettiva la si accetta all’inizio per convinzione, poi per paura, poi per costrizione. Ma forse siamo abbastanza vicini al punto di non ritorno. Quello, in cui non basterà neanche una multa da migliaia di euro, per tenere in casa le persone. E chiuse le attività. Cosa deve fare, chi sta lassù? Capire che c’è l’emergenza sanitaria. Ma non solo quella. E agire di conseguenza.

NUOVO DPCM IN PUNTI

NUOVO DPCM IN VIGORE DA DOMANI 4 DICEMBRE:

1) Dal 21 dicembre al 6 gennaio divieto di circolare tra regioni, tranne che per motivi di urgenza, necessità, lavoro o salute. Divieto di raggiungimento delle seconde case.

2) Divieto di uscire dai propri Comuni il 25, 26 dicembre e il primo gennaio.

3) Su tutto il territorio nazionale divieto di spostarsi fuori dal Comune dalle 22 alle 5. Il 31 dicembre il divieto è esteso dalle 22 alle 7 del mattino dopo.

4) È possibile il rientro presso la residenza o domicilio.

5) Chi va all’estero tra il 21.12 e l’1.01 al rientro dovrà sottoporsi alla quarantena.

6) Gli impianti sciistici restano chiusi dal 21.12 al 6.01.

7) dal 7 gennaio riprende la didattica in presenza per il 75% degli studenti.

8)I bar e ristoranti restano aperti a pranzo nelle aree gialle, con solo asporto e domicilio per la cena e solo asporto e domicilio per pranzo e cena in zone arancioni e rosse.

9) Sono fortemente raccomandati pranzi o cene solo con conviventi durante le festività.

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