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Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore!

La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Mt 22,1-14

Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore!

O Padre, che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo testimoniare
qual è la speranza della nostra chiamata …

            Una notizia molto gioiosa, familiare ed entusiasmante – che a motivo però della molto diffusa logica consumistica e imperniata sul denaro, piuttosto che su quella del dono e dell’amicizia è diventata un dramma e una preoccupazione quando arriva – dà inizio al Vangelo di oggi: un invito di nozze! Con la metafora della partecipazione ad una festa di matrimonio Gesù parla in parabole della storia della salvezza, in continuità con le precedenti parabole dei due figli (Mt 21,28-32) e della vigna (Mt 21,33-43) e in termini paradossali, con una vena sottile di umorismo e con dei toni imperiosi sulle conseguenze di chi decide di rifiutare una festa ben allestita e organizzata con fasto e cibi in abbondanza.

 Il paradosso, l’ironia e la perentorietà vertono su questo nucleo fondamentale: il mondo vive come degli invitati che rifiutano di partecipare ad una gratuita e abbondantissima festa di nozze per dedicarsi ai propri affari e alle loro piccolezze. Solo uno sciocco rinuncerebbe ad un momento gratis di ebbrezza e compagnia per dedicarsi alla fatica e al lavoro. Ma spesso ci comportiamo proprio così.

L’altra denuncia è nei confronti di chi invece passa la sua esistenza nella mediocrità, con animo superficiale e con stili di vita accompagnati da distrazione e apatia. Costoro sono paragonati ad un immagine triste e raccapricciante. Ve lo immaginate un invitato di nozze, magari uno dei testimoni, presentarsi in chiesa e in sala con i capelli sfatti, la barba incolta e con una tuta da lavoro o peggio in pigiama?

Dopo queste cariche di sarcasmo evangelico il giudizio (per chi prega la Parola i giudizi perentori del Signore sono “invito forte al discernimento” che suscita conversione): i mediocri e i pusillanimi si sono estromessi da soli dalla vita trinitaria, dalla comunione con il Signore e i fratelli. Preferiscono la buccia al frutto. Hanno sostituito le creature al Creatore. Paolo direbbe che sono idolatri del loro ventre e perciò non prendono parte alla gioia della vita in Cristo.  

Che ciascuno di noi si senta interpellato da questo invito.

Che ognuno si senta invitato perché amato.

Che tutti rispondiamo generosamente alla chiamata.

Che tutti possiamo bene prepararci alla vita.

Che tutti possiamo, anche portandoci i nostri limiti e fragilità, vivere la vita come una festa.


… e nessun uomo abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna
o a entrarvi senza l’abito nuziale.

Buona Domenica,

don Domenico Savio

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