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Mario Calabresi: “Lasciamo in pace Montanelli e indigniamoci per la strage di Ustica”

Intervenendo a Radio 24 al programma “Uno, Nessuno, Centomilan” condotto da Alessandro Milan, il giornalista Mario Calabresi si è indignato di tutto questo “casino” attorno alla nota vicenda che coinvolse quasi 100 anni fa Indro Montanelli invitando a fare altrettanto “casino” per quell’altra assurda vicenda tutta italiana in cui sono morte 81 persone innocenti e di cui parla approfonditamente oggi nella sua newsletter alla quale mi sono iscritto e che invito tutti voi a seguire.

Così inizia il suo racconto Calabresi

“«Mi chiamo Elisabetta Lachina e i miei genitori erano sull’aereo che venne abbattuto a Ustica quarant’anni fa, due delle 81 persone che morirono quella sera. Non le chiamo vittime perché quando le si chiude in quella definizione le si trasforma in un numero, in simboli di una tragedia. Non vittime ma persone con una storia, figli, famiglie, amori e sogni, un presente e un futuro. Giulia Reina e Giuseppe Lachina, 50 e 57 anni, avevano una vita, quattro figli, due negozi e una montagna di progetti». Elisabetta Lachina il 27 giugno del 1980 aveva 18 anni, era nella stessa casa in cui vive ancora oggi a Montegrotto Terme (Padova), insieme a sua sorella Rosalinda che aveva appena fatto l’esame di terza media e avrebbe compiuto 14 anni pochi giorni dopo. Ivano, il fratello più grande, era in vacanza sul Gargano, mentre Riccardo, il secondogenito, era fuori con gli amici.”

Il racconto continua: “«Il loro viaggio a Palermo non era previsto, non avrebbero dovuto essere su quell’aereo…..«Telefonarono dall’aeroporto di Bologna: “Non c’è posto, ma siamo in lista di attesa, forse abbiamo la fortuna che qualcuno rinuncia e partiamo noi, ti faccio sapere. Passami Linda”. Mia sorella, arrabbiata perché erano andati senza di lei, si era chiusa in camera e non li aveva voluti salutare. La chiamai più volte – “Linda, c’è la mamma che vuole parlarti, vieni subito” – ma non riuscii a convincerla, rimase sul suo letto. Non li avremmo mai più sentiti»

Conclude in Radio Mario Calabresi: “Perchè tutto questo silenzio da parte dell’Esercito Militare Italiano, dell’Areonautica Militare italiana e di tutte le altre nazioni coinvolte? Perchè non ci si indigna e non c’è una sollevazione di popolo per un fatto gravissimo successo “solo” quaranta anni fa?”

Noi, per quel poco che possiamo fare col Centuplo, ci siamo, anche oggi, come per i fatti di Bibbiano, a chiedere la verità.

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